Sienasociale.it è lieta di ospitare il terzo appuntamento della rubrica dedicata alla raccolta fondi, il fundraising: un’ attivitá strategica per il terzo settore. Un ringraziamento alla dottoressa Anna Palumbo che oggi approfondisce il tema dei lasciti solidali
Il fundraising non è semplicemente raccogliere fondi ma coltivare, far crescere e sviluppare le
risorse utili a sostenere il nostro progetto sociale. Il fundraising aiuta a far crescere gli Enti di Terzo Settore.
Intraprendere il disegno di una campagna lasciti vuol dire fare un passo, importante, verso la
differenziazione delle entrate della nostra organizzazione.
Bisognerà individuare opportunamente il target di riferimento e promuovere il messaggio attraverso la forma di diffusione che riteniamo più opportuna. La differenziazione della entrate, ovvero non dipendere da un’unica fonte di
finanizamento o da un solo tipo di fundraising, è indispensabile per creare un vantaggio per la nostra organizzazione.
Il radicamento nella comunità è un elemento necessario per intraprendere questo percorso.
Sarà molto utile organizzare eventi informativi gratuiti in collaborazione con i notai, possibilmente già sensibili alla nostra mission e il più possibile vicini all’organizzazione, per garantire tutte quelle nozioni tecniche indispensabili per scrivere un testamento corretto.
Ma quali azioni e quali passaggi l’organizzazione deve affrontare per una campagna lasciti?
Io ho sperimentato quella tracciata da Federica De Benedittis (1) e ho sperimentato come una
campagna lasciti comporti un momento di crescita di tutta l’organizzazione.
De Benedittis propone di avviare una ricerca
qualitativa per studiare il linguaggio più appropriato con cui rivolgersi al target.
Coinvolgete i vostri donatori, parlate con loro,
approfondite le motivazioni e gli impedimenti
rispetto al tema dei lasciti. Questo incontro rappresenterà un momento di grande calore nella storia dell’associazione.
Vi suggerisco allora di mettervi subito in azione e realizzare alcuni focus group rivolti all’interno
della vostra organizzazione, sotto la guida esperta di uno/a psicologa. Oltre la riflessione sul significato del testamento potrete sollecitate il gruppo ad esprimere liberamente idee e creatività anche sugli elementi della futura campagna (potrete cercare insieme alcune parole, dei colori o delle immagini per una possibile brochure; un poster per la sede dell’associazione; uno spazio in una
pagina sul sito web; brevi approfondimenti per la newsletter; altro?).
Scoprirete quanto questa ricerca vi porterà a sentire il cuore pulsante dei vostri sostenitori, toccherete con mano l’importanza e la forza della condivisione tra l’organizzazione e i suoi stakeholder.
Il fundraiser a questo punto sarà in grado di scrivere un documento ufficiale che spieghi il perché l’organizzazione sia meritevole di ricevere lasciti testamentari, ovvero la
legacy vision. Questa infine, costituirà la base per tutta la comunicazione dell’organizzazione sui lasciti.
(1)Federica De Benedittis coach, formatrice, collabora come consulente Terzo Settore con la cattedra di Organizzazione Aziendale Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre e con aBetterPlace per lo studio dell’economia comportamentale e l’architettura delle scelte. Ricopre attualmente il ruolo di Head of Fundraising and Communication di Apurimac ETS