Tombola di Carnevale durante l’emodialisi: simpatica iniziativa per i pazienti della Nefrologia, dialisi e trapianti. Guido Garosi: «Importante migliorare accoglienza e umanizzazione delle cure»
Tombola di Carnevale per i pazienti in dialisi all’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, un’iniziativa solidale organizzata dagli infermieri della Nefrologia Dialisi e Trapianti, diretta dal dottor Guido Garosi, per rendere più piacevole e confortevole la permanenza dei pazienti durante la terapia.
«Vediamo i pazienti in ambulatorio per l’emodialisi 2-3 volte alla settimana per circa 4-5 ore alla volta – dichiara la coordinatrice infermieristica Vania Cesaretti –. Il rapporto tra operatori e pazienti diventa quindi molto stretto e, per questo, abbiamo deciso con le mie colleghe ed i miei colleghi di proporre un’attività ludica per l’Epifania, una tombola. L’iniziativa ha riscosso successo e, quindi, abbiamo scelto di replicarla per il carnevale ed in altri appuntamenti durante l’anno, con l’obiettivo di “migliorare il tempo di cura”».
I premi simbolici delle vincite sono stati caramelle, bagnoschiuma, creme per mani, mollette per i vestiti, pettini ed altri oggetti, offerti da aziende del territorio e acquistati anche con il contributo degli infermieri.
«L’obiettivo è far sentire i pazienti un po’ come a casa – aggiunge il dottor Garosi – anche perché l’organizzazione dell’emodialisi incide anche sull’organizzazione delle famiglie dei pazienti. I reni sono organi fondamentali per la loro capacità di eliminare le scorie, mantenere in equilibrio il volume e la composizione dei liquidi, produrre alcuni ormoni, regolare la pressione arteriosa e tanto altro. Quando la loro funzionalità si interrompe il paziente inizia il trattamento sostitutivo della funzionalità renale. Da quel momento in poi i ritmi della vita del paziente, sono scanditi dai ritmi della dialisi che richiede al paziente ed ai familiari molte risorse fisiche, psicologiche e, non meno importanti, organizzative ed è quindi importante migliorare accoglienza e umanizzazione delle cure. Un grazie particolare agli infermieri – conclude Garosi -: sono stati loro a ideare, coordinare e realizzare questa iniziativa».