In corso, oggi martedì 28 marzo, il convegno “Si-Sienasociale: esperienze di coprogettazione per la costruzione del welfare locale. Analisi e prospettive”, presso il complesso del Santa Maria della Scala. In programma la presentazione del libro “Otaria la volontaria alla scoperta di Si-Sienasociale”, personaggio di fantasia nato, sul quotidiano Sienasociale.it, dalla matita di Elisa Bigio e dalla penna creativa della scrittrice Elisa Mariotti.
I lavori sono stati aperti dal sindaco di Siena, Luigi De Mossi. A seguire l’intervento del coordinatore del progetto, Emanuele Gambini.
Il professor Zamagni (università di Bologna), intervenuto in videoconferenza, ha iniziato ad approfondire le tematiche con un intervento di approfondimento sul terzo settore.
Giuseppe Saponaro, direttore e responsabile di Sienasociale.it, sottolinea come quella della co-progettazione sia stata una esperienza singolare, nata dalla necessità di raccontare le organizzazioni di volontariato e realizzata in un libro e in un personaggio che vuole rappresentare tutte le volontarie e i volontari che, operosamente, lavorano e si impegnano ogni giorno per il prossimo.
“Abbiamo raccontato – spiega Saponaro – il progetto di SI-Sienasociale con oltre 135 articoli sul nostro quotidiano ma tutto il sistema di informazioni ha fatto la sua parte per raccontare quanto di straordinario è stato fatto.”
Martina Giunti, referente UICI – Unione italiana ciechi ed ipovedenti per la sezione di Siena, ha raccontato di come il percorso, partendo dalla risposta all’emergenza COVID-19, si sia configurato come prospettiva di innovazione sociale dei servizi alla persona, valorizzando le esperienze associative, generando sinergie intorno ai bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, per intercettare bisogni nuovi e persistenti a cui dare risposta in un percorso di rete.
“Abbiamo messo in campo – spiega Martina Giunti – circa venti azioni di progetto nell’area della prossimità e della socializzazione, del prima e dopo di noi, dell’ambito educativo ed espressivo con uno sguardo anche ai percorsi interni alle associazioni con percorsi di formazione e supervisione di operatori e volontari.”
Fabio Lusini, direttore tecnico dell’Associazione Siena Soccorso, racconta la sfida del tavolo dedicato a minori e famiglie: “È stata un’esperienza arricchente dal punto di vista personale e associativo. Quella di stasera, a mio modo di vedere, è la ripartenza di un percorso importante. Siena è una città che ha un grandissimo valore aggiunto, il tessuto sociale, le contrade, l’associazionismo. È stata una sfida perché forse non eravamo attrezzati a lavorare in questo ambito, sono nate tante belle amicizie e si sono rafforzate tante relazioni. Le nostre finalità erano quelle di contrastare le condizioni di vulnerabilità economica, sociale e culturale delle famiglie senesi e sostenere, sensibilizzare e diffondere le buone pratiche della co-progettazione. Abbiamo portato avanti tante attività dedicate alla prevenzione delle fragilità genitoriali per futuri e neo-genitori, attività di condivisione ludico-ricreative ed educative a sostegno delle famiglie, attività di tutoraggio dei compiti, macroazioni per uscire dalla devianza dedicate a minori autori di reato, per uscire dalla fragilità con sostegno psico educativo sui temi legati alla fragilità dei minori e degli adulti e il contrasto all’aggressività. È stato aperto lo Spazio Controtempo, dove vengono realizzate molte attività rivolte ai giovani. È uno spazio aperto, inclusivo ed educativo dove vengono organizzati incontri e momenti informativi, di socializzazione e di laboratorio sui temi della fragilità dei minori.”
“Il frutto di questo lavoro – spiega Grazia Ragazzoni della Pubblica Assistenza di Siena e referente del tavolo anziani – lo vedremo sicuramente più avanti, noi ci siamo impegnati per seminare bene. Il tavolo anziani si è proposto come obiettivo principale quello di promuovere un’infrastruttura sociale che durasse nel tempo, tesa a prevenire e fronteggiare lo stato di vulnerabilità dell’anziano che vive nella nostra Città. Abbiamo messo in piedi una serie di azioni progettuali, come quella del telesoccorso, dello sportello sociale, dell’utilizzo di strumenti per comunicazione a distanza, dei laboratori e delle iniziative culturali e ricreative di socializzazione. Giunti al termine di questo percorso sicuramente avremmo potuto fare di più, ma diciamo che è stata una palestra molto faticosa ma molto formativa.”
Luca Gori, Scuola Superiore Sant’Anna – Centro di ricerca Maria Eletta Martini, condivide il suo intervento dedicato all’amministrazione condivisa fra regole e prassi. “Soprattutto – spiega – per chi come me studia il Terzo Settore, l’elemento più importante sul quale dobbiamo concentrarci è lo studio della prassi, al fine di guardare sostanzialmente cosa avviene con regolarità all’interno di una comunità. Il community welfare non è una novità, ci sono interi settori che sono stati sperimentati nel terzo settore e che attraverso un lavoro incessante di costruzione di rete e relazioni sono stati inglobati nella pubblica amministrazione. Il welfare nasce con dinamiche di tipo collaborativo, ciò ci ricorda di prestare attenzione alle novità di welfare che nascono nelle nostre comunità e che poi si declinano negli spazi di innovazione ed intervento da valorizzare al meglio nel rapporto tra Terzo Settore e pubblica amministrazione. Il ruolo svolto dal Terzo Settore è centrale e concorre a fronteggiare quella domanda di servizi ed interventi che servono ad affermare la società egualitaria con azioni di co-programmazione e co-progettazione. Dal punto di vista delle norme che disciplinano questo ambito, sono stati fatti enormi passi avanti. La regione Toscana ha segnato una strada, con due leggi specifiche, in tema di cooperazione sociale disciplinandola in maniera puntuale e virtuosa. È dalla prassi che questa norma è nata e vive nella prassi, nella applicazione concreta all’interno delle comunità.”
“Si è parlato – interviene Alessandro Salvi, settore Welfare e innovazione sociale della regione Toscana – di coraggio, aspettative, impegni. Bisogna che i cittadini toscani tocchino con mano il valore aggiunto della co-progettazione. Bisogna che il sistema sia sostenuto a interpretare con senso di coraggio e di visione tutte le azioni, i temi e gli aspetti di cui abbiamo parlato stasera. La co-programmazione e la co-progettazione serve anche a capire quando abbiamo centrato positivamente il risultato e quanto il fare rete ci aiuta a raggiungere questo risultato. È un buon banco di prova per capire quanto impegno, quanta serietà, quanta strada dobbiamo ancora fare. Noi bisogna avere coraggio, bisogna avere visione.”
“Avendo perso la capacità aggregativa, dobbiamo potenziare la co-progettazione e questa nuova socialità per lavorare a nuove prospettive nelle quali riconoscerci” commenta Carlo Rossi, presidente Fondazione MPS. “Abbiamo il compito – continua – di costruire un futuro dove i bisogni sono sempre maggiori. Noi lavoriamo su questo, molti progetti vengono portati avanti insieme attraverso iniziative di co-programmazione e co-progettazione. Questo è il futuro. La formazione, la costruzione di reti, la capacità di dialogo e di ascolto sono i tre fronti per i quali la Fondazione MPS si mette a disposizione.”
Le conclusioni sono affidate all’Assessora Francesca Apolloni: “Non ho bisogno di aggiungere niente di più di quello che è stato sviscerato oggi pomeriggio, emozioni e spunti utilissimi. La collettività è fatta di cives, con i loro diritti e i loro doveri, soprattutto con le loro potenzialità. Lo Stato deve muoversi per valorizzare queste potenzialità. È stato bello co-progettare. È stato più quello che abbiamo ricevuto rispetto a ciò che abbiamo dato. Gradiremmo che questo testimone venisse raccolto e sublimato per continuare a co-programmare e co-progettare avendo tutti gli stessi bisogni di socievolezza e di socialità.”
Aggiornamento in diretta e foto Giuseppe Saponaro, Emilia Di Gregorio e Stefania Ingino