Accogliere e includere è una delle mission di ogni scuola. Libri, definizioni, formule, elementi dai quali nessuna istituzione scolastica può prescindere sono necessari, ma non sufficienti alla formazione integrale degli studenti. A Siena, all’Istituto Sarrocchi, questa missione non è solo una bella espressione presentata nel piano dell’offerta formativa: dell’accoglienza questa scuola ha fatto una delle proprie bandiere; accoglienza di ogni giovane che varchi il suo ingresso significa poi inclusione, declinata in ogni modo possibile. Dirigente Scolastica, professoressa Floriana Buonocore: “i ragazzi possono essere i giusti “veicoli” che muovono le idee di accoglienza ed inclusione”.
È per questo che nell’Aula Magna di questa scuola, il 21 aprile, si è svolto un incontro ecumenico dal titolo: «Perché siamo invincibili vicini e ovunque andrò sarai con me: Storie di stranieri nell’esperienza delle confessioni cristiane» che ha visto la partecipazione di padre Vasile Sirbulet, parroco della parrocchia ortodossa di Santa Anastasia Romana, a Siena, il professor Nicola Romano, docente di Religione cattolica, e il professor Marco Baragli, docente di Filosofia, esponente della comunione anglicana. L’incontro, che ha visto la partecipazione di alcune classi quinte del Liceo delle Scienze Applicate e dell’Istituto Tecnico Tecnologico, è stato introdotto dalla Dirigente Scolastica, professoressa Floriana Buonocore.
“Quello dell’accoglienza è un tema di estrema attualità. – ha sottolineato la dirigente – Quando i docenti Romano e Baragli mi hanno sottoposto la proposta di questo incontro, ho immediatamente approvato il progetto, perché ritengo che sia uno spunto di riflessione e crescita personale per i nostri studenti. E non solo per coloro che hanno potuto partecipare, che sono stati numerosi e attenti, ma anche per i loro amici, con i quali potranno condividere i temi che hanno trattato i relatori. D’altra parte, è proprio il racconto dell’idea di accoglienza dell’altro che deve essere trasferita nella realtà: i ragazzi possono essere i giusti “veicoli” che muovono le idee di accoglienza ed inclusione.”
I tre relatori hanno trattato il tema delle migrazioni, spesso causate dalle ingiustizie determinate dallo sfruttamento, che riduce gli esseri umani a vittime del denaro che provoca guerre, disastri climatici, miseria. Il professor Romano ha sottolineato proprio questi aspetti, mostrando l’immagine, riprodotta nella locandina realizzata dalla professoressa Elena Vitale, che mostra il Diluvio universale, della Cappella Sistina.
“Le imbarcazioni usate da chi cercava di mettersi in salvo dal diluvio – ha spiegato il professor Romano – somigliavano ai barconi dei disperati che fuggono dai loro paesi in cerca di un futuro. Un futuro che può essere trovato solo se altri ci aiutano a raggiungere la terraferma che non è di qualcuno in particolare. Ogni essere vivente, come dice la Bibbia, deve vivere sulla terra da straniero perché la terra non appartiene a nessun popolo, a nessuna nazione, ma è un dono che Dio ha fatto agli uomini, a tutti gli uomini, nessuno escluso.” E a conferma di quanto detto, ha mostrato il video in cui Papa Francesco, appena nominato pontefice, si è presentato come vescovo di Roma e straniero. Uno straniero ben accetto, nel caso del Papa, ma che, invece, nella quotidianità non è accolto, anzi viene spesso guardato con sospetto, come qualcuno che sottrae qualcosa in un mondo dominato da quella cultura del benessere che rende egoisti e sordi alle grida d’aiuto dei più sfortunati. In quest’ottica, la scuola che accoglie e include ha un ruolo delicato e importante: abbatte il muro delle diversità che, pur materializzandosi, ogni giorno, tra i banchi di scuola, grazie al dialogo sono conosciute e accettate, diventando veri e propri strumenti di crescita personale integrale.
Marina Berti