Il volontariato “fai da te” e l’osmosi tra associazioni: l’importanza di fare rete. In 3 anni in Toscana meno 86.000 volontari. Solo su Siena e provincia iscritte al RUNTS ci sono 719 associazioni, di cui 255 organizzazioni di volontariato 373 APS ed altre. Il loro futuro passa necessariamente da un cambio di passo …e di mentalita’.
L’ultima indagine Cesvot mostra risultati che impongono, a tutto il terzo settore, una riflessione. Se la tendenza in corso continuasse, molte realtà del volontariato rischierebbero la propria inevitabile “fine”. E’ pur vero, che già ora la “crisi da reclutamento” è un fenomeno in atto: qualcosa che provoca già grandi “sofferenze”
Dal 2019 al 2021, in Toscana, meno 86 mila volontari. Dati che si commentano soli.
Possiamo e dobbiamo cambiare qualcosa.
Cosa chiedono i volontari potenziali?
- flessibilità sui tempi (30,8%);
- innovazione nell’organizzazione e nei progetti (19,3%);
- valorizzazione delle proprie competenze (19,1%);
- coinvolgimento nelle attività di informazione su attività e iniziative (15,2%).
In parole semplici, il volontariato deve risultare compatibile con le altre tantissime attività di ogni persona: e non è detto che sia continuativo nel tempo.
“Prendere da ognuno quello che può dare”. Pare l’imperativo per ogni responsabile.
Ma non e’ tutto. Mai dare per assodato che per essere volontari ci si debba identificare con i valori dell’associazione. Oggi, diversamente da ieri, la cosa non e’ scontata.
Infine, la gratuità viene riconsiderata alla luce dei costi che i volontari si assumono nello svolgimento delle attività volontarie, costi di cui sempre più spesso si chiede una qualche forma di compensazione (monetaria o meno). Il volontariato in organizzazione diviene così una modalità tra le molte possibili, di realizzazione identitaria e personale. Ma non la sola.
Le statistiche cominciano a raccontare dell’esistenza di un volontariato diverso più confacente alle sensibilità attuali, quello chiamato “personale” o “fai da te”, e comunque non svolto in organizzazioni e non in ets. Per “intercettare” questo volontariato fai da te e ricondurlo nei binari del volontariato organizzato dobbiamo cambiare.
Ne abbiamo avuto un chiaro esempio in Emilia : tante persone hanno dato una mano spontaneamente. La vera sfida e’ convogliare quelle forze in un volontariato organizzato.
Altro aspetto e’ l’osmosi che viaggia parallela all’identificazione . Non e’ da sottovalutare un volontariato che si esprima in più associazioni trovando, in ognuna di esse, una ragione per l’impegno.
Questo presuppone la capacità delle organizzazioni di fare rete, di scambiarsi informazioni e forze: necessario più che mai sembrerebbe un forum del terzo settore provinciale che, trasversalmente, potrebbe essere punto di riferimento per tutte le 719 realtà iscritte al RUNTS.
Forse, i tempi sono maturi per crearlo.
Giuseppe Saponaro