Aurora e’ stata impegnata a Faenza. Ecco il racconto del lavoro fatto e delle esperienze ed emozioni vissute.
“Ho 24 anni e frequento la Misericordia da quasi quattro anni. Mi sono avvicinata alla Misericordia nel 2019 facendo il corso base e poi avanzato per soccorritori ad Asciano spinta da una necessità di sentirmi, nel mio piccolo, utile per il paese in cui vivo e per le persone che hanno bisogno. Per quanto riguarda invece il mio percorso in Protezione civile, è un po’ più breve poiché ho svolto il corso base all’inizio del 2021 e ho cominciato facendo dei servizi in ambito sociale, non confrontandomi però ancora con situazioni di emergenza come quella in Emilia-Romagna”.
Ha le idee chiare questa volontaria reduce dall’impegno a favore del più grande disastro che ha colpito l’Italia negli ultimi mesi.
“Fin dall’inizio dell’emergenza in Emilia-Romagna mi sono sentita impotente di fronte ad un evento di un così grande impatto. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata immaginarmi al posto di tutte quelle persone, quelle famiglie colpite dall’alluvione e provare a pensare a come mi sarei potuta sentire se una di quelle case fosse stata la mia. Credo che non ci si renda veramente conto di una cosa finché non la si tocca con mano e questo, insieme al desiderio di essere d’aiuto anche solo con un piccolo gesto, è stata la scintilla che mi ha spinto a partire”.
La nostra protagonista non si ferma e continua il suo racconto.
“Il primo impatto in realtà, contrariamente a quanto mi aspettavo, è stato positivo, nel senso che tutte le strade principali erano già tornate quasi alla normalità. Il vero impatto forte c’è stato quando siamo andati nelle vie secondarie in cui non si vedeva altro che fango e acqua. Parchi che erano diventati distese di acqua e fango e persone che avevano ancora 50 cm, se non di più , di fango in casa, nelle cantine e nei garage. Persone che però, nonostante tutto, avevano il sorriso sul volto e una riconoscenza senza fine anche nei confronti di un piccolo gesto che quotidianamente siamo abituati a considerare quasi un nulla”.
Ed ecco il ruolo svolto.
“Abbiamo ripulito strade, cantine, case, garage cercando di rimuovere più possibile il fango e l’acqua rimasti tramite pale, tira acqua e idrovore.
Il lavoro era organizzato più che altro in base alle vie delle varie località in cui c’era più urgenza e, in generale, si partiva la mattina e ci si recava sul posto assegnato, che poi è rimasto lo stesso per tutti e 3 i giorni di permanenza, si aiutavano le famiglie a ripulire o a spostare tutto ciò che era ancora recuperabile, poi si tornava al campo per il pranzo e dopo ci recavamo nuovamente sull’obiettivo e concludevamo i lavori in serata. Il pernottamento era in campo insieme a tutte le varie associazioni impegnate nell’emergenza e poi la mattina dopo si ripartiva”.
Sullo sfondo le emozioni
“Era tantissima la voglia di essere d’aiuto e di dare il mio contributo al Paese. L’emozione più grande credo che l’abbiamo provata tutti quanti quando le persone ci ringraziavano per gesti piccolissimi, per aver spostato uno scaffale, per aver svuotato un garage. Sono quei grazie e quegli sguardi carichi di riconoscenza che mi hanno riempito il cuore di gioia e mi hanno fatto sentire più utile nel mio piccolo. Non nascondo che prima di partire ero un po’ timorosa perché non sapevo se realmente fossi stata in grado di dare un contributo effettivo, poi in realtà fin dai primi momenti ho capito che se fatto con il cuore ogni minimo gesto è importante, e di questo devo ringraziare l’altro volontario della Misericordia di Asciano che mi ha accompagnata in questa esperienza”
In conclusione, Aurora lascia un messaggio preciso: “Sicuramente sono tornata a casa con la certezza ,ancora più forte e salda, di quanto sia importante e possa essere fondamentale per la popolazione, per il nostro Paese, ma per tutti in generale, lo spirito del volontariato e il contributo delle varie associazioni tramite una forte collaborazione e coordinamento. Mi sento davvero di dover ringraziare la Misericordia di Asciano, e la Protezione Civile, per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza di vita così importante e profonda”.
CC