Nel cuore della Città che oggi ha indossato il vestito più bello, quello della Festa, abbiamo incontrato Sara Giannini, presidente della Pubblica Assistenza di Siena, che ci racconta organizzazione, curiosità e impegno dei volontari delle Pubbliche Assistenze ANPAS zona Senese per il Palio di Siena.

– Quale è il numero di volontari che sono stati impegnati nel servizio Palio?

– I volontari impegnati sono circa 110, ovviamente non ci sono soltanto i volontari in piazza del Campo ma per fare sì che tutta l’organizzazione sia perfettamente funzionante è necessario anche il management da parte delle persone che rimangono in sede e che sono, sottolineerei, fondamentali altrettanto quanto i volontari che sono in piazza.

– Quali sono, dalla preparazione al servizio in piazza, i momenti che scandiscono il tempo del Palio per i volontari?

– Iniziamo a prepararci sin dall’inverno, sia facendo riunioni con il 118 per quelle sono eventualmente novità in termini di protocolli o di richieste da parte del Comune di Siena. Poi inizia tutta la parte di supporto alle prove, sia a Mociano che a Monticiano, e successivamente tutta la parte strettamente relativa a quella che è la preparazione per la tecnica messa in piedi dalla nostra associazione per il recupero dei fantini. Prima ci prepariamo a Mociano, dove la pista necessariamente ha delle caratteristiche tali che permettono ai soccorritori di prendere spazi e tempi per esercitarsi sul recupero fantino e poi ci dedichiamo alle prove che vengono fatte dopo le prove regolamentate di notte. Queste sono le più importanti in quanto fare le prove direttamente sul tufo, direttamente dalla postazione di San Martino, abbiamo visto che incrementa notevolmente la performance e il lavoro di squadra dei soccorritori. Con l’avvicinarsi di luglio iniziano tutte le attività, tutti i breafing e gli incontri che ci permettono di ricordare cosa è la maxiemergenza perché non dimentichiamo che il Palio è un evento con oltre ventimila persone e siamo preparati a gestire anche situazioni più grandi.

– Di postazione in postazione, come siamo organizzati e quali sono i punti di forza dell’operato dei volontari a servizio della Città?

– Per quanto riguarda l’organizzazione delle postazioni, come presidente dell’associazione ho deciso di demandare ad una responsabile del servizio tutta la parte tecnica dell’organizzazione e poi in ogni singola postazione – Cappella, San Martino, Camicia di San Martino e Gavinone – abbiamo individuato un coordinatore e dei responsabili di squadra. Questa è la catena di comando. A cascata ognuno ha le proprie responsabilità e i propri compiti. I coordinatori sono il punto di riferimento per tutte le necessità e problematiche che potrebbero presentarsi in postazione. Le postazioni hanno tutte uguale importanza, hanno compiti ovviamente differenti. La Cappella, ad esempio, è il PMA – Posto Medico Avanzato di riferimento di tutta piazza del Campo. All’interno c’è il coordinamento sia per quanto riguarda i sanitari che i nostri volontari, con tutta l’attrezzatura sanitaria per assistere come PMA tutte le persone presenti in piazza. San Martino è una curva strategica, ci sono i volontari preparati per il recupero dei fantini in una modalità e in una tempistica che è assolutamente eccezionale, non credo che esistano persone così preparate come i soccorritori che sono in quella postazione per fare quel particolare tipo di attività. Altrettanto importante è la postazione di Camicia San Martino, fondamentale per il soccorso alle persone presenti in piazza del Campo. Gavinone, ultima non per importanza, è una postazione che rimane attiva durante la passeggiata storica in quanto immediatamente vicina all’afflusso di persone che fanno l’accesso alla piazza da via Dupré.

– Quali sono le associazioni che supporteranno la Pubblica Assistenza di Siena in questo servizio e quanto questo fare rete è importante anche “in tempi non di Palio” per l’operato ordinario e quotidiano delle Pubbliche Assistenze Senesi sul territorio?

– Personalmente ho sempre avuto una propensione che è quella di costruire rapporti umani, non sono particolarmente attenta al tipo di divisa e a cosa ci sia scritto, il mio obiettivo è sempre quello di coinvolgere, confrontarmi, parlare con tutte le associazioni del territorio, che siano Pubbliche Assistenze o – per il ruolo che ho – Misericordie. Siamo tutti insieme presenti su un territorio meraviglioso, credo sia necessario porsi delle domande e assolutamente tendere l’orecchio verso le altre associazioni perché di sicuro possono sempre insegnarmi qualcosa e anche io spero di poter passare qualche messaggio o aiutare gli altri in qualche piccola pezzettino.

– Cosa porti a casa dopo 96 ore di Palio?

– È la domanda più difficile. Sono volontaria dall’età di sedici anni e da subito mi sono approcciata al servizio Palio. Come sono cresciuta in associazione da volontaria, nella formazione e poi nel direttivo, così c’è stato un percorso di crescita nel servizio Palio. Ricordo ancora quando misi piede per la prima volta sul tufo con la mia divisa verde. Ho cercato di acquisire più informazioni possibili dalle persone che ho trovato durante il mio percorso. La cosa più importante è quella che dico a tutti i volontari in sede prima di partire per il servizio: questa è una festa con un impatto a livello mondiale, siamo sotto i riflettori, quello che facciamo non si ripete in nessun altro punto del globo e siamo persone competenti, professionali, impegnate con un’empatia eccezionale. La cosa più importante in assoluto è la sicurezza del nostro operato e i soccorritori sono il pezzo più importante di tutta l’organizzazione, la cosa a cui tengo in assoluto. Come ogni anno ci portiamo a casa tanti sorrisi, una nuova esperienza, qualche consiglio perché possiamo sempre migliorarci, e poi i nostri abbracci, il nostro stare insieme e tutto quello che non può essere visto o raccontato per la sua straordinarietà che poi è ciò che ci contraddistingue anche nel nostro operato ordinario.

Emilia Di Gregorio

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