L’Auser comunale di Siena, nella giornata di ieri, ha portato i regali di Natale agli ospiti del carcere di Santo Spirito.
E’ ormai una tradizione consolidata negli anni “addolcire” questi giorni di festa che sono più difficili da vivere per chi è in reclusione e anche molto lontano dalle famiglie.
Questo Natale il regalo è stata una scatolina personalizzata (una per ognuno dei circa settanta detenuti) contenenti i dolci della tradizione senese: ricciarelli, panforte, panpepato, cavallucci. Dolci locali per farli sentire comunque in armonia con il luogo, la città, dove si sono trovati (certo, nessuno lo nega, per vicende serie di vita, ma la vita si può sempre cambiare, il futuro si può cambiare). Una nota particolare: l’Auser a seguito di un progetto del Cesvot, va da tempo nelle quarte classi delle Scuole di Secondo Grado del Liceo Artistico e dell’Istituto Bandini a parlare di Terzo Settore, di sociale e cerca di far capire che un sentire solidale non solo è un’opera di auto verso chi ha bisogno ma può anche diventare una professione.
Stamani, così, tra i volontari dell’Auser che si sono recati a Santo Spirito c’era un ragazzo del Bandini, Emiliano, che da tempo segue l’Auser in questa realtà e vede già il suo futuro strutturato nell’aiutare chi ha certi vissuti alle spalle.
Emiliano è rumeno e in particolare segue gli ospiti sui connazionali i quali gli sono molto affezionati perchè con lui possono parlare, sfogarsi e confidarsi nella loro lingua. Anche questo è un modo per sentirsi accolti, meno soli, più vicini a chi hanno lontano e alla loro terra. E per Emiliano un “banco di prova” perché è deciso a fare di questa esperienza il suo lavoro e costruirci il suo futuro
L’Auser Siena fa molte attività a Santo Spirito e diversificate: a parte l’assistenza, le commissioni all’esterno, svolge anche attività laboratoriali di disegno, oppure ha portato un maestro di scacchi, organizzato serate ludiche nel loro bel teatro con cori, attori senesi, spettacoli.
Il prossimo progetto? Portare in carcere la scuola del fumetto.
Maura Martellucci