Per la rubrica una zampa sul cuore, oggi pubblichiamo la storia di Giotto e di Alessandro Badini. Si sono amati fin da subito con uno sguardo d’intesa e poco più. Hanno trascorso insieme tanti anni vivendo in simbiosi, l’uno protettivo dell’altro. Sempre insieme fino all’ultimo istante quando Giotto ha messo le ali…
“Questi giorni, esattamente 8 fa, trascorrevi le ultime ore prima del tuo passaggio sul Ponte dell’Arcobaleno, Giotto del mio cuore.
E si fratello mio, ci siamo appiccicati come una calamita al ferro fin dal primo giorno quando ti venimmo a prendere a casa di una volontaria dopo che ti buttarono, appena nato, in un cassonetto insieme ai tuoi due fratelli: eravate meravigliosi, ma in quel momento non potevamo proprio portarvi tutti a casa.
Sembravi un Trudi, casualmente toccò a me prenderti in collo per portarti alla macchina, ti “aggiustasti” fra le mie braccia e, da allora, abbiamo passato 13 anni e mezzo quasi in simbiosi fino all’ultima settimana quando ho dormito a fianco a te per non lasciarti solo mai, fino all’ultimo attimo quando eravamo ancora noi due e sei volato via appoggiato con il capo sui miei piedi.
Ogni tanto mi vieni a trovare in sogno, mi dai la zampa come allora e sei sempre tu, fiero di te stesso, con quel bel po’ di Pastore del Caucaso che avevi nel sangue che ti faceva avere lo sguardo costantemente serio, quasi corrucciato, riflessivo.
Quanto ci danno questi esseri è una cosa che solo chi li vive può capirlo e capire come a distanza di 8 anni, il tempo non è’ una variabile significativa: sfumato il dolore intenso, restano i ricordi bellissimi e quella sensazione di amore puro e incondizionato che abbiamo ricevuto sempre e comunque dal primo all’ultimo secondo.
È stato cosi per te, per chi è arrivato dopo e per chi c’è ora! Grazie per sempre mio Giotto”
Alessandro