Il Conte Giakhy e il pollaio magico, non è solo un romanzo; è un insegnamento per la vita, qualcosa di cui tutti dovremmo disporre per capire ed accettare ogni persona si trovi lungo il nostro cammino, senza giudizio o, peggio ancora, pregiudizio limitante.
Giacomo Vigni racconta con semplicità ed umiltà la storia della sua vita, un po’ romanzata, dalla nascita ai giorni nostri. Per renderci partecipi, ci presenta tutta la sua famiglia, gli amici, i compagni di studio, i colleghi. Quasi a volerci coinvolgere nel suo mondo, come se ognuno di noi potesse sedersi al tavolo con loro e, con molta disinvoltura, colloquiare di ogni argomento si voglia condividere.
Una figura preponderante è il nonno Orlando che con la sua saggezza ed esperienza insegnerà all’amato nipote il rispetto per ogni forma di vita, nessuno escluso “quando incontrerai qualcuno che pensi possa far fatica a vivere una vita bella come la tua, ti dovrai fermare ad ascoltarlo e capirlo, cercando di metterti nei suoi panni e se ti sarà possibile dovrai occuparti di lui con maggiore attenzione e amore…” gli disse un giorno prendendo in mano uno dei pulcini appena acquistati che aveva una zampina malformata. Giacomo farà tesoro di queste parole, ormai scolpite nel suo cuore.
Ma conosceremo anche tutti gli altri componenti della famiglia a cui Giacomo è legatissimo e che saranno per lui un costante punto di riferimento, così come i vicini di casa che come in una grande famiglia, lo sosterranno nelle sue scelte.
Dal libro emerge la passione per i volatili, galline, galli, papere, tacchini ma anche l’amore per cani, gatti, cavalli che terranno compagnia al nostro protagonista, a lungo. Tutti erano ospiti ben accetti a casa di Giacomo e laddove il pollaio cominciava ad essere stretto, beh… con l’aiuto di nonno Orlando si cercava di allargarlo perché nessuno doveva essere escluso.
Nel giovane Giacomo, sensibile e altruista per natura, si installa ancor di più il concetto di accoglienza ed inclusione, pilastri che farà suoi portandoli poi in tutti i campi lavorativi che vivrà.
Crescendo ed accettando le sfide che la vita gli metterà di fronte, il protagonista ormai cresciuto realizza anche il sogno di creare una fattoria didattica che diventa subito un punto di attrazione per bambini. I suoi animali, ognuno col suo nome ed il suo ruolo ben preciso all’interno della corte, accolgono ragazzini curiosi colmi di stupore nel vedere così tante belle specie convivere tutti insieme. Diventa un insegnamento anche per loro: la convivenza pacifica e gioiosa tra “diversi”.
“Da piccolo volevo fare l’attore o l’educatore – ci racconta Giacomo – e dopo una parentesi fuori Siena durata qualche anno, sono dovuto tornare per problemi familiari. Mi sentivo spaesato ed ho chiesto aiuto al cielo, perché volevo trovare la mia strada. Il giorno dopo, la magia di cui è fatta la vita, mi ha portato ad iniziare il percorso come educatore di un ragazzo con gravi disturbi dello spettro autistico e da lì è stato tutto un crescendo di esperienze emozionanti e indimenticabili”. Giacomo apre così, il suo cuore al sociale ed al volontariato, dando la sua disponibilità a progetti e iniziative che lo coinvolgeranno a tutto tondo.
Il Conte Giachy e il pollaio magico è un testo che andrebbe assolutamente letto nelle scuole di ogni ordine e grado per insegnare ai ragazzi, fin da piccoli, che l’inclusione e l’accoglienza sono colonne portanti della civiltà. Il romanzo formativo insegna che la convivenza tra “diversi” rappresenta un valore aggiunto dal quale non si può far altro che imparare, arricchendo chi la vive. Ricordiamoci che le differenze sono preconcetti che esistono solo negli occhi di chi guarda…
Personalmente ringrazio Giacomo per la grande persona che è, per avermi trasmesso ed insegnato i suoi valori che sono diventati anche i miei e per portare avanti la bandiera dell’altruismo di cui lui è fiero paladino, quotidianamente.
Stefania Ingino
