Ho sempre avuto un amore viscerale per i gatti, tanto che la prima cosa che ho voluto arrivando a Siena, nel lontano 2001, dopo aver trovato casa, era la compagnia di un gatto. Animali discreti, affascinanti e misteriosi… qualcuno direbbe che sono opportunisti ma forse è proprio questo il loro segno distintivo di indipendenza, no?!?
Lui è arrivato nel maggio 2021 quando il mio carissimo amico Leo mi disse che c’era una cucciolata in difficoltà: mamma gatta aveva partorito due cuccioli: uno nato vivo, l’altro nato morto e, nonostante il primogenito cercasse nutrimento e coccole dalla sua mamma questa, inspiegabilmente, continuava a respingerlo.
Chi accolse la cucciolata quindi, dovette cominciare ad alimentare il piccolo superstite con biberon e latte in polvere. La mamma però continuava ad essere irrequieta e, dopo qualche giorno di continuo malessere e grazie all’intervento di un veterinario, ci si accorse che un ultimo piccolo, ormai morto, era rimasto nel suo pancino.
Diventava urgente a questo punto salvare la vita della mamma che si stava lasciando andare. Fortunatamente fu curata e salvata ma ormai il latte e quindi il nutrimento per l’unico sopravvissuto, non c’era più. Tra l’altro le persone che si presero inizialmente cura della situazione non potevano tenere altri gatti; il caso (che non esiste) ha voluto che Trippolo arrivasse a me.
Ricordo che stava dentro il palmo di una mano ed ignara di cosa sarei andata incontro, con l’aiuto di Leo, lo portai a casa.
In tanti anni qui a Siena ho avuto ed ho assistito a tante cucciolate ma sempre da spettatrice perché fortunatamente c’era la mamma ad occuparsene. Qui era tutto in mano mia: l’impegno e la responsabilità della sua vita…
Quando arrivai a casa, i miei figli non credevano ai loro occhi: era minuscolo e bisognoso di tutto! Lo accolsi in casa procurandogli una cuccia piena di stoffe morbide, una sveglia perché il ticchettio delle lancette gli ricordava il battito del cuore della mamma e tanto latte in polvere da dargli ogni tre ore: come ad un bimbo appena nato!
Oltre all’inesperienza ero anche un po’ in ansia perché in casa avevo, ed ho tuttora, due femmine di Jack Russel che sebbene fossero abituate alla presenza dei gatti, ogni piccolo arrivato destava in loro curiosità e irruenza: avrebbero voluto giocarci fin da subito come se fosse stato uno di loro, ma lui, Trippolo appena si reggeva sulle zampine tremolanti… I suoi primi passi erano sempre erano sinonimo di gioco per le mie cagnoline che volevano partecipare alla crescita del nuovo arrivato, dandogli leccate di compiacimento e spintarelle col muso per farlo camminare più velocemente!!
Giorno dopo giorno, poppata dopo poppata, il piccolo Trippolo ha preso sempre più confidenza con l’ambiente e con le mie due cagnoline che l’hanno praticamente svezzato, gli hanno insegnato a difendersi ma anche a stare al suo posto con qualche ringhio di avvertimento, quando non erano in vena di giochi…
Oramai ha familiarizzato con gli altri miei gatti anche se a volte torna dopo qualche nottata in bianco un po’ provato e con qualche graffio nuovo… ma si sa… i gatti sono animali notturni, vagano per le campagne in cerca di prede e di amori perché tanto sanno che in caso di bisogno, la mia porta è aperta ed il mio divano, così come il mio cuore, a loro completa disposizione!
Stefania Ingino