La notte prima degli esami. E’ quella che si aspetta, che si teme, che si immagina, che si racconta.

Ci siamo, siamo arrivati a quella notte prima degli esami che si aspetta, che si teme, che si immagina, che si racconta.

L’esame di maturità è quel momento che cambia – in un certo qual senso – la vita!

E non è retorica, è reale percezione di ciò che accade quando, poco a poco, ci si avvicina a quella notte prima.

Cantava Antonello Venditti “Maturità t’avessi preso prima …” come un gioco fra parole ed emozioni che ci riporta, in modo inequivocabile, alle “nostre notti prima” ed ancora Venditti e’ colonna sonora della generazione Z, quella che farà’ gli esami in questi giorni.

Quella che la notte prima degli esami racconterà nelle #stories tutta l’emozione possibile e la paura, e la gioia e le ore che scorrono!!

L’esame di maturità rappresenta un importante momento di crescita e passaggio, ci si confronta con i coetanei ma, anche, con le memorie degli adulti, genitori e docenti, con chi ha superato il proprio traguardo e lo ha condiviso con volti e voci che sono rimasti in quei cassetti “preziosi” del passato.

Raccontare le emozioni e le paure di questi ragazzi e’ qualcosa che dà la percezione reale di quello che accade.

E si quante emozioni in questa/e notte/i…. Ma del resto proprio loro – che secondo la fonte scientifica più autorevole nel mondo della psicopatologia e psichiatria [l’American Psychological Association (APA), 2019] vengono definite come un modello fenomenico complesso, di natura reattiva, che coinvolge varie esperienze soggettive, sia di natura fisica che psicologica, non sempre a livello consapevole evolutosi per fronteggiare fenomeni o eventi con il quale un organismo entra costantemente in relazione significativa – nella loro accezione più antica e originale ci possono aiutare dare un senso a quello che questi adolescenti stanno vivendo in questo momento particolare della loro vita.

Infatti, il termine emozione deriva dal latino emotionem, a sua volta derivato dalla sostantivazione di emotus, participio passato del verbo emovere, nel significato di trasportare fuori, smuovere, scuotere (da cui anche “scosso”).

E questi ragazzi, a mio avviso, si stanno proprio muovendo, muovendo: da “un porto sicuro” come quello della scuola e del loro chiaro essere studenti verso “un posto nuovo nel mondo” e, forse, questo esame di maturità, inconsapevolmente, porta con se tanta gioia, quella che di solito accompagna i nuovi progetti, ma anche tanta paura per qualcosa che è tutto in divenire. Ma di fronte alle nuove sfide educative, nelle situazioni “speciali” (come può essere questa della maturità) l’attivazione della Mente Emozionale e dell’Intelligenza Emotiva appaiono strumenti imprescindibili (Agosta, 2024). Quindi turbolento si ma forse anche utile aggiungerei io… Del resto, proprio l’Intelligenza Emotiva dà parola alla Mente Emozionale, assume in sé e lavora gli stati emotivi (sensazioni, emozioni, affetti e sentimenti), fa uso di parole e concetti che l’adolescente adopera per gestire ed esprimere ciò che sperimenta nel suo mondo personale più intimo e per dare ordine alle esperienze (Crocetti, 2024).

A conclusione di tutto ciò, possiamo chiosare con Vasco che, sempre a suo modo, pur non cantando l’esame di maturità come Venditti, ci spiega che anche tutte quelle emozioni che oggi sembrano non aver senso, un domani forse lo avranno perché, a priori, un domani c’è sempre!!

«Voglio trovare un senso a questa sera,

Anche se questa sera un senso non ce l’ha

Voglio trovare un senso a questa vita,

Anche se questa vita un senso non ce l’ha

[…..]

Sai che cosa penso, Che se non ha un senso,

Domani arriverà, Domani arriverà lo stesso….

Senti che bel vento,

Non basta mai il tempo….

Domani è un altro giorno, arriverà»

ERGO, BUON “DOMANI” MATURANDI!! COMUNQUE VADA, UN ALTRO GIORNO ARRIVERA’!!

Cristina Rigacci e Filomena Cataldo

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