Una curiosità che desideriamo raccontare: durante il periodo del Palio, le chiavi della Cappella di Piazza sono affidate al volontariato. In particolare la Pubblica Assistenza di Siena ha, proprio presso la Cappella, un proprio punto di supporto sanitario.
Anche per il 2024 coordinamento in piazza, per la Pubblica Assistenza, affidato a Claudia Ciacci.
La storia della Cappella (di Maura Martellucci)
Per adempiere a un voto fatto fatto alla Madonna protettrice di Siena durante la Peste Nera del 1348, dopo lo scampato pericolo e la fine dell’epidemia, viene edificata la cappella di Piazza del Campo (diventando essa stessa un ex voto).
La cappella è un esempio del mutamento di indirizzo e gusto architettonico e artistico di una seconda generazione di architetti senesi dopo le perdite subite dal 1348 in poi.
Cappella che darà l’impronta definitiva, e caratterizzante, a Palazzo Pubblico.
Scrive Agnolo di Tura: “In Siena fu uno miracolo della Vergine Maria: per questo el comune di Siena cominciò la cappella del Canpo a piè la tore del comuno di Siena”.
I lavori iniziarono solo nel 1352 (capomastro Domenico d’Agostino, direttore dei lavori dell’Opera del Duomo e a lui è attribuito il disegno della cappella che si trova proprio nell’archivio dell’Opera Metropolitana) e la fondazione ce la narrano Donato di Neri e suo figlio Neri di Neri: “1352: la cappella del Campo a piè la torre: si cominciorno i fondamenti del mese di luglio, e li Signori Nove missero deu fiorini d’oro né fondamenti: e quando si fondò sterovi acesi 6 doppieri, e fu intitolata a Madonna Santa Maria”.
La Cappella di Piazza si colloca ai piedi della Torre del Mangia e dopo la prima fase, diretta da Domenico di Agostino, si ebbero i quattro pilastri d’angolo detti “more”, forse modificati, forse abbattuti più volte sopra i quali poggiava direttamente una semplice tettoia (come si vede anche nel dipinto di Sano di Pietro, che raffigura “La Predica di San Bernardino). Antonio Federighi, la sostituì, in pieno Rinascimento (1461-1468), con una volta che si imposta su archi a tutto sesto, chiusa da una trabeazione di puro gusto classico. Nelle nicchie dei pilastri vi sono delle statue in marmo di vari artisti senesi del Trecento. Nella balaustra si trovano due pannelli marmorei duecenteschi che si ritiene appartenessero all’antica fonte battesimale del Duomo.
Sopra l’altare, tra il 1537 e il 1539, Giovanni Antonio Bazzi, detto Il Sodoma, affrescò la Madonna con il Figlio e Dio Padre, i cui resti si conservano oggi nel Museo civico all’interno del Palazzo Pubblico.