Il Palio è stato di nuovo rimandato a domani. Tanti senesi continueranno a vivere, come ho sentito dire anche dai presentatori nelle TV locali, come in un “tempo sospeso”.
Ci siamo trovati, infatti, a dover spostare o rimandare impegni vari e quant’altro nell’attesa del nostro beneamato Palio: questa prevale su tutto il resto con tutte le connotazioni emotive che ne sono associate.
Parafrasando le parole di Minkow (1971) anche noi, oggi a Siena, ci siamo trovati a guardare l’avvenire (verso di noi) attendendo che questo si facesse presente.
Fastidioso? Per me si, non so se generalizzabile ma, per come la vedo io, di certo non piacevole. Mi sono venute in mente le parole di Lacan (1960), quando parla del “non ancora”: il non ancora visto, il non ancora saputo, il non ancora realizzato, dove l’esistenza stessa – per dirla, invece alla Jaspers maniera – indica uno stare fuori di sé dove ci si attende là dove non si è ancora e ci si ricorda là dove non si è più.
Ed è proprio in questa “scollatura” o intervallo (che separa il presente dal futuro) che possiamo trovare la migliore definizione dell’attesa stessa (Grimaldi, 2005). Inoltre c’è da precisare che l’attesa non è tanto quello spazio in cui si aspetta qualcosa ma bensì è quello che ci separa da quel qualcosa; e a livello psichico, essa non ci separa tanto da un luogo, da una persona o da una cosa del mondo quanto da un altro Io, da un altro nostro personale modo di viverci in quel determinato tempo-spazio.
C’è poi da considerare che l’attesa può diventare assenza che tende a riempirsi di angoscia (Frankl, 1975; Vattimo, 1971; Gabrielli, 2009; DSM-5, 2012).
E so pure che l’essere in attesa di qualcosa che deve accadere (soprattutto se bello)può essere un momento di gioia: Come disse: “L’attesa del piacere è essa stessa il piacere”. Ma penso di non sbagliare – mi scuso per la presunzione – ma credo che i senesi quest’attesa se la sarebbero risparmiata volentieri! Vaglielo a dire che è un piacere…. Io già mi sto pentendo di aver anche solo unito questo pensiero a tutto il resto!!
Quindi sapete che c’è? Mi consolo con l’idea secondo la quale la caratteristica del tempo è che scorre (Bergson, 2009): molto è già passato non ci resta che continuare ad attendere quello di domani….. poi, a Dio volendo, ben altro si vedrà!!
Cristina Rigacci
Psicologa e Psicoterapeuta