Le buone pratiche di protezione civile non vanno in vacanza: nella serata di Ferragosto la campagna “Io non rischio” è tornata a colorare di giallo l’isola d’Elba con le volontarie e i volontari della Pubblica Assistenza Santissimo Sacramento di Portoferraio e della Pubblica Assistenza Val d’Arbia che per il secondo anno consecutivo nella splendida cornice di calata Mazzini a Portoferraio hanno allestito una piazza straordinaria con info point, curiosità e attività per approfondire la conoscenza dei rischi naturali come alluvione, terremoto, maremoto e incendi boschivi, e sapere cosa fare fin da subito, anche in caso di allerta e in situazioni di emergenza.
“La piazza straordinaria di Ferragosto – ci racconta Jonathan Gani, referente di piazza e volontario della Pubblica Assistenza Santissimo Sacramento di Portoferraio – è diventato un appuntamento fisso dell’estate elbana, fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale che sostiene sempre le attività di sensibilizzazione e prevenzione, dal Coordinamento ANPAS Zona Elbana e dalla nostra associazione che dal 2021 è impegnata sul territorio con circa 12 volontari comunicatori specificatamente formati per la campagna Io non rischio. Ci auguriamo che presto l’iniziativa possa essere riproposta nelle varie località della nostra isola, consentendoci così di raggiungere più persone possibili anche grazie al supporto delle altre Pubbliche Assistenze regionali, replicando quanto già accade con i volontari della Pubblica Assistenza Val d’Arbia, accanto a noi in questa iniziativa con tanta voglia di mettersi in gioco, lavorare in squadra e divertirsi.”
 
“Quando ti chiedono – spiegano le volontarie e i volontari della Pubblica Assistenza Val d’Arbia – di organizzare insieme una piazza straordinaria all’isola d’Elba in valigia ci finiscono arcobaleni, nuvole, gessetti colorati per giocare alla campana dei rischi con grandi e piccini ma anche fumetti, schede, testimonianze e tutto il materiale informativo che occorre per contribuire a costruire una comunità nel suo insieme più preparata e resiliente lavorando perché la buona pratica sia prima di tutto una pratica quotidiana. Quando si torna a casa, la stessa valigia è piena di quanto abbiamo imparato gli uni dagli altri, della memoria storica dei nostri territori che abbiamo condiviso e custodito insieme, dei sorrisi che abbiamo incontrato e della consapevolezza di aver fatto la nostra parte per fare la differenza.”

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