Una nuova dignità per un angolo di Siena finora, forse, trascurato. L’intitolazione allo scultore  Fulvio Corsini (avvenuta nel pomeriggio di oggi, 6 settembre, con la scopertura della lapide a opera del Sindaco di Siena Nicoletta Fabio, alla presenza dei discendenti  dell’artista) della piazzetta  anonima a inizio di via Montanini fa giustizia a un artista che ha lasciato tracce vistose a Siena.

La scelta dello spazio e dell’intitolazione (decise alcuni mesi fa dalla Commissione Toponomastica su suggerimento del suo membro “esterno” Duccio Balestracci, subito recepita dall’assessore competente e dalla Giunta) non sono casuali.

Il fondale della piazzetta, infatti, ospita la monumentale fontana voluta dal Monte dei Paschi nel 1925, il cui imponente gruppo bronzeo è opera proprio di Fulvio Corsini.

Popolarmente definita “fonte della ranocchia”,  per le due figure di batraci che completano la decorazione (e teatro di divertenti scherzi goliardici che avevano fatto ribattezzare ulteriormente l’opera come “fonte della Bronzina), la pregevole opera ha invece il nome, ben più bello e significativo, di Fonte dell’Abbondanza, datole, con intento di buon auspicio, all’epoca.

L’intitolazione di uno spazio cittadino a Fulvio Corsini è un gesto che intende onorare non solo l’artista, ma anche l’uomo che ha dedicato la sua vita alla bellezza e alla cultura della nostra città, lasciando un’eredità che continuerà a ispirare le future generazioni di senesi” ha evidenziato il sindaco di Siena, Nicoletta Fabio.

Per saperne di più 

Fulvio Corsini era nato nel 1874 (l’intitolazione avviene proprio nel 150° della sua nascita) e sarebbe morto, ancor giovane, nel 1938. Rappresentante di un’arte accademica di fine Ottocento, ma pronto a recepire le nuove correnti del giovane Novecento, Corsini (oltre che artista, docente all’istituto di Belle Arti) è maestro e amico di Ranuccio Bianchi Bandinelli; opera a Firenze e a Roma; realizza, nel 1905, nello stile di Giovanni Pisano, le statue di San Bartolomeo e San Marco destinate alla facciata del duomo di Siena; realizza una serie di medaglie che oggi fanno parte della Collezione della Zecca di Stato.

La fine della Grande Guerra lo vede attivo per la realizzazione del pregevole gruppo per la Cappella di Piazza Medaglia d’Oro Biagini, a Serre di Rapolano e, insieme all’allievo Vico Consorti, nel 1925, del monumento ai caduti a Torrita di Siena.

Il suo legame con le Contrade e con il Palio è solidissimo: nel 1919 “firma” le lapidi dei caduti in guerra appartenenti ad alcune Contrade (il Nicchio, il Bruco). Gli si devono le elaborazioni di opere che arriveranno a compimento ben dopo la sua morte, come il puttino della fontanina battesimale della Chiocciola e l’elefante che decorava la prima fontanina battesimale della Torre.

Insieme a  Icilio Federico Joni, Igino Gottardi e Ricciardo Meacci realizza le statuette in stile donatelliano del Carroccio del nuovo Corteo Storico del Palio del 1928.

La piazzetta che da oggi porta il suo nome vuole ricordare la sua figura e la sua opera, oltre a conferire una nuova dignità ad uno spazio la cui decorazione di sfondo merita di essere conosciuta e goduta come una delle opere d’arte non minori di cui Siena può fregiarsi.

Maura Martellucci

 

 

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