Fonti autorevoli come l’UNICEF e l’OMS “raccomandano l’allattamento esclusivo per i primi sei mesi di vita, a partire dalla prima ora dalla nascita. Allattare esclusivamente – senza altri alimenti – per i primi sei mesi favorisce lo sviluppo sensoriale e cognitivo e protegge i bambini dalle malattie infettive e croniche” ma sfortunatamente, nonostante questa sana e amorevole condizione debba essere la cosa più naturale del mondo, per tante neo mamme non è così.
Incontriamo Eleonora Pucci giovane mamma di 32 anni che 5 anni fa ha dato alla luce Mattia e 19 mesi fa, la piccola Emma “per me è stato assolutamente naturale pensare di allattare i miei figli grazie alla mia mamma Monica che, anche per via del suo lavoro (lei è infermiera nel reparto di pediatria all’ospedale di Campostaggia) ne ha sempre parlato con spontaneità e naturalezza. E sinceramente dopo una prima gravidanza piuttosto difficile ho sperato di potermi godere le gioie del parto e dell’allattamento”.
E così è stato perché nonostante periodi dolorosi dati da mastiti e ragadi, Eleonora e Mattia coltivano questo momento così speciale ed intimo per ben tre lunghi anni, quando lei decide di smettere perché soffre fin dalla gravidanza di iperemesi gravidica e post gravidica. Eleonora è stanca e debilitata ed un giorno, guardando negli occhi il suo ometto gli comunica di non poterlo allattare più, consapevole del fatto che fino ad allora entrambi hanno vissuto attimi che nessuno cancellerà mai.
Dopo meno di un anno arriva la sorellina Emma ed Eleonora forte dell’esperienza avuta col figlio più grande, si sente più sicura e pronta… ma la vita non sempre ci spalanca le porte: la piccola nasce prematura ed indebolita e non ha la forza di attaccarsi al seno “ero sinceramente preoccupata e stanca, tanto che dopo un mese ho pensato di smettere con l’allattamento. Fortunatamente la mia caparbietà, la vicinanza di mio marito e dell’intera mia famiglia, non mi hanno fatto desistere tanto che dopo qualche tempo Emma ha cominciato ad alimentarsi regolarmente col mio latte e tuttora, a 19 mesi, integro i suoi pasti”.
La nostra amica è anche una mamma peer (mamme alla pari) membro dell’associazione Non solo latte, mamme per amiche, un’associazione gratuita gestita da donne volontarie che mira a promuovere l’allattamento al seno accompagnando e sostenendo le neo-mamme che si sentono sole, inadeguate o che pensano di non essere all’altezza “se ci si pensa in effetti, una volta uscite dall’ospedale siamo un po’ lasciate a noi stesse senza avere la benché minima esperienza se non quella teorica. Inoltre bisogna considerare lo stravolgimento ormonale, emotivo e fisico che una donna ha dopo aver partorito, accompagnato a volte dalla poca comprensione di chi le sta vicino, dando per scontato che allattare sia il normale compito di una mamma”.
“Inoltre ci scontriamo con una cultura che colpevolizza un po’ l’allattamento in pubblico che viene visto come un qualcosa di cui vergognarsi e paragonato ad una forma di esibizionismo – continua Eleonora – ma noi dell’associazione vogliamo scardinare questi pregiudizi offrendo sensibilità ed accoglienza e portando le nostre esperienze come vincenti, di cui esserne fiere!
“Non dimenticherò mai gli occhi di Mattia che mi guardavano mentre prendeva il mio latte e questo nonostante i dolori continui e persistenti: sono stati una salvezza che hanno alimentato il mio obiettivo di non mollare! E anche con Emma, nonostante un inizio difficile in cui hanno vacillato tutte le mie certezze, ora abbiamo trovato il nostro momento di intimità e coccole fatto di attimi impagabili che nutrono l’anima e creano un legame indissolubile”.
Ringrazio Eleonora per la vicinanza che offre a tutte le neo mamme tendendo loro una mano in un momento così delicato della vita di una donna e le confesso di avermi fatto venire gli occhi lucidi coi suoi racconti, facendomi fare un tuffo nel mio personale passato…
Stefania Ingino