Alluvione a Bologna, tra il fango e la speranza: il racconto di Oliviero della Misericordia di Poggibonsi. Le sue parole, di coraggioso e instancabile volonta’, evidenziano il dramma e la solidarietà nati in uno dei momenti più difficili per il capoluogo emiliano.
L’alluvione che ha colpito Bologna ha lasciato dietro di sé una scia di distruzione e sofferenza. Case allagate, vite spezzate e ricordi persi per sempre.
In mezzo a questo scenario di desolazione, il lavoro dei soccorritori si è rivelato fondamentale non solo per il supporto pratico, ma anche per quello emotivo.
Le parole di Oliviero, volontario della Misericordia di Poggibonsi, ci offrono uno spaccato diretto di ciò che ha significato vivere quella tragedia in prima linea. Rientrato da poco insieme a Maura e Roberto, i primi volontari partiti domenica scorsa per portare soccorso alla popolazione colpita dall’alluvione, Oliviero si prepara già per una nuova missione.
Ecco il suo racconto
Sono le tre di notte quando riceve la chiamata che lo avverte della sua partenza per l’indomani. “Ho messo quattro cose nello zaino” precisa , ma la sua mente è già proiettata verso le persone colpite dall’alluvione che ha devastato il capoluogo emiliano. Ecco il suo lucido ricordo.
“A Bologna, l’alluvione ha colpito con una forza devastante. Mi sono unito ai volontari della protezione civile della mia associazione Mise Poggi, pronto a dare una mano: mai avrei immaginato la scena che mi si sarebbe presentata davanti”.
Sono queste le prime parole che Oliviero riversa sul suo diario. Mentre l’inchiostro scivola sulla carta, ogni dettaglio è un tentativo di trattenere qualcosa.
Quello che emerge è il ritratto di uno scenario desolante: “Arrivato in una delle tante zone più colpite, sono stato accolto da un panorama di distruzione. L’acqua alta fino a 180 cm invadeva i garage, trasformando gli spazi in un pantano di fango e detriti. Ricordi di una vita intera galleggiavano, mescolati a oggetti comuni ma carichi di significato: fotografie, libri, giocattoli. Tutto ciò che una volta rappresentava sicurezza e affetto era sommerso, in un mare di distruzione”.
Mentre aiuta le famiglie a liberare le case dal fango, avverte il dolore delle persone: “I loro sguardi, persi nel vuoto, raccontavano storie di vite spezzate. Ogni scatola di cartone aperta rivelava un passato che non tornerà mai: oggetti custoditi con cura, ridotti a rifiuti, ammassati in cataste di spazzatura”.
Tra il fango e i detriti, emerge anche un segno di speranza. Oliviero osserva come, nonostante tutto, le persone si uniscono per ricostruire ciò che è andato distrutto: “C’è una bellezza nei legami che si formano, nei sorrisi timidi di chi, nonostante tutto, non si arrende”.
Alla fine della giornata, Oliviero e gli altri volontari si ritrovano nella palestra dove sono alloggiati. È un momento di riflessione e condivisione: stanchi ma determinati, parlano delle storie e delle persone incontrate: “Siamo uniti da un comune obiettivo: portare aiuto e speranza. L’obiettivo e’ affrontare l’ineffabile, per restituire dignità a chi ha perso tutto”.
In questo contesto di emergenza, Oliviero non può fare a meno di notare l’eccezionale unità tra i volontari, che hanno dimostrato un vero spirito di collaborazione: “Questa volta ho visto addirittura persone da Foggia, dalla Campania. La macchina organizzativa italiana è un vero esempio di efficienza”.
“Sto bene quando riesco ad aiutare le persone, che poi te lo dimostrano che ti vogliono bene. Parlo di persone che venivano giù con il dolce preparato, con il caffè” – racconta – “ma parlo di persone che avevano ancora la luce in casa perché lì erano in pochi a poter usufruire di questo tipo di servizi” aggiunge. “Quando sono arrivato, Bologna era completamente bloccata, nelle arterie principali l’acqua arrivava ai lampioni. Sei metri in certi punti. Quando sono ripartito, però, la situazione stava migliorando. Molte strade sono state liberate”.
Le parole di Oliviero ci ricordano che, di fronte a eventi così devastanti, la solidarietà rappresenta un faro: “In quei momenti di buio, la solidarietà e l’amore possono risplendere con una forza inaspettata”. E forse è proprio questo il messaggio più potente che emerge dalla sua testimonianza: il legame umano è ciò che davvero sopravvive.
Yasmina Nunziata