Sta facendo sera. Come sempre ti scrivo il giorno dopo. Anno dopo anno. Cambia il dolore, con il tempo. Muta il senso di assenza. La nostalgia struggente del tuo sorriso, della tua ironia sagace, della tua presenza nelle nostre vite non cambia, invece.

E forse perché in questi anni sei sempre stato qui. Perché il tuo posto, caro il mio Dase è sempre stato con noi e nessuno lo ha occupato. Vent’anni trascorsi come un “battito d’ali”.

La definizione di Lorenzo (Pasquinuzzi, tuo fratello) è la più vera. Eppure, in qualche illogico modo, hai “fermato questo tempo”. Lo hai invertito, ne hai mutato il corso. Insieme al corso delle nostre esistenze. Come che sia, ovunque tu sia, ricorda sempre che “sarà qui che, camminando sulle lastre o sul tufo, ti avremo accanto”, che ti porteremo con noi.

Per Daniele Pasquinuzzi, nicchiaiolo, tifoso della Robur, amico, fraterno, da qui a sempre.

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