Vicolo del Pozzo e l’acqua del Lambardo. Secondo appuntamento con Siena e le sue strade da “Stranario/Stradario. Curiosità e stranezze nei toponimi di Siena”
Salendo via dei Fusari in direzione di piazza del Duomo, a circa metà della strada, sulla destra, si apre il vicolo del Pozzo, che la collega con la sottostante via Franciosa.
Nel “Campione” del 1789 il vicolo è detto “chiasso ripido del Marsili”, probabilmente perché in antico qui si trovavano i possedimenti di questo nobile casato senese, di cui è ben noto il palazzo in via di Città, mentre il nome attuale lo ha assunto con lo stradario del 1871.
Esso deriva da un pozzo che esisteva in questa area già tra l’XI e il XII secolo. Di esso si parla già in un contratto del 1085, che ha come oggetto la compravendita di un pezzo di terreno di proprietà della canonica del Duomo, posto in prossimità della stessa, il quale confinava “de amtea” con una “via” e un “puteo”.
Ad acquistarlo fu Pietro Fastello, personaggio eminente della Siena di fine XI secolo. Siccome la canonica di allora si trovava dove oggi sorge il Palazzo Arcivescovile, è verosimile che il “puteo” del documento sia proprio quello che dà il nome al nostro vicolo.
Lo stesso pozzo viene menzionato anche nel XII secolo, quando risulta di proprietà di un certo “Lambardo”.
Nel frattempo è diventato un luogo così importante per la Siena dell’epoca da essere la sede dove vengono stipulati atti pubblici; il primo risale al 1159 ed è, appunto, rogato “iuxta puteum del Lambardo”.
Forse per questo motivo il pozzo in Vallepiatta ha lasciato una traccia toponomastica così duratura nel tempo.
Alcuni anni fa, durante dei lavori effettuati all’angolo tra il nostro vicolo e via Franciosa, fu rinvenuto un enorme e profondo pozzo, che verosimilmente è proprio l’antico “puteo de Lambardo” ricordato dalle fonti.
“Stranario/Stradario. Curiosità e stranezze nei toponimi di Siena” di Roberto Cresti e Maura Martellucci (Betti Editrice Siena) #stranario #visitsiena #siena