Riportiamo integralmente un bellissimo racconto fatto dal dottor Andrea Friscelli. Ritorna il tema del ricordo e dell’elaborazione del lutto.

Voglio raccontare un’esperienza di pochi giorni fa che non ho ancora pienamente decifrato dentro di me.

Mi trovavo nella mia poltrona preferita, solo, nella penombra della televisione, un po’ assopito come mi capita spesso, i miei cagnetti ed un plaid sulle ginocchia nel confortevole calduccio di una serata quasi invernale.

In questo stato un po’ di torpore mi sento chiamare da una voce femminile, dolce e conosciuta: “Ciao Andrea…” che mi provoca un brivido, quasi non ho coraggio di voltarmi e vedere chi è. Ma lo so già dentro di me, si tratta di Paola.
Così mi volto e con voce flebile e commossa la saluto – “ciao Paola… che piacere vederti di nuovo, sono felice che tu sia venuta a trovarmi…”

Lei che ha un aspetto – come dire – un po’ “sfocato” ma non così tanto da non essere perfettamente riconoscibile, continua: “Sai ho pensato a te tante volte e ho chiesto il permesso di venirti a trovare. In questo tempo trascorso da quando mi hanno chiamato, ho ripensato tanto alla nostra vita insieme”.

Io, ancora più commosso e con voce tremolate – “Magari allora hai avuto modo di valutare, di fare confronti e paragoni, mi chiedo se adesso, che il dolore dell’addio è un po’ diminuito, ne hai un’idea più precisa”.

Paola – “Senti, Andrea, so dove mi vuoi portare, ma sai che non mi piacciono gli aggettivi forti ed enfatici. Alcune delle cose che a volte scrivi raccontando il nostro rapporto a me sembrano esagerate, forse sarà che ho sempre avuto scarsa stima di me stessa e non mi vedo come protagonista di un amore eccezionale. Mi sono sempre chiesta, per esempio, come sia possibile che tu non abbia mai avuto voglia di altre donne per stare dietro a me. Quindi non so se il nostro sia stato un amore straordinario, quasi mi vergognerei a dirlo, mi basta che sia stato un amore vero, e di questo sono sicura”.

Io quasi stento a credere alle mie orecchie e dopo qualche esitazione le rispondo: “Questo è un vero regalo per me, sono sempre stato incerto – Paola – sul tuo vero pensiero, tante volte ho temuto, scrivendo, di attribuire a te quello che in realtà pensavo o desideravo io. Ma se ora, in questo presente, ti sei mossa per dirmi queste cose, io sono così felice che non puoi immaginare. Aboliamo pure i paroloni, mi basta stabilire la verità e sentirla confermata da te”.

Paola – “Sai qui dove sono, concetti come tempo e spazio sono molto diversi, il nostro sguardo riguardo al tempo coglie passato presente e futuro insieme, come se fossimo più in alto e questo allargasse i nostri orizzonti sul tempo. So già, per esempio, che ci saranno novità in famiglia e non essere malinconico per il fatto che io non ci sarò, in realtà, caro mio, ho “visto” la notizia prima di te”.

Io – “Mi togli un altro cruccio, l’unico che quella novità si portava dietro. Tu sei stata per me l’unico amore – tranquilla, non aggiungo altre specifiche, sennò ti turbi – non ce ne saranno altri di quel tipo e sono felice che me lo hai confermato…”

Paola – “Che tonto sei! Te lo dico con affetto, ma c’era proprio bisogno della mia conferma? Tra me e te siamo messi bene…ma chissà che questa incertezza che abbiamo sempre reciprocamente sentito non sia quella ci ha tenuto insieme…Ciao amore mio!”

A quel punto quella specie di ologramma tremolante che mi parlava sparisce ed io mi ritrovo stordito come capita dopo un risveglio, ma con la sensazione commossa di aver vissuto un’esperienza straordinaria. Dopo aver recuperato un po’ di lucidità, tanto per rimanere con i piedi per terra, mi dico che forse, come tante altre volte, ho semplicemente sognato.
Ma sia pure sogno, desiderio, immaginazione è stato il regalo di Natale che mi ha fatto Paola…

Ed allora buon Natale, amore mio!

Andrea Friscelli

Sienasociale.it ospita con estremo piacere le riflessioni del dottor Friscelli che ringraziamo per la disponibilità. Andrea Friscelli, psichiatra e psicoterapeuta ha lavorato per molti anni nel servizio di Psichiatria della locale ASL, è tuttora attivo anche nel Terzo Settore cittadino come fondatore della cooperativa sociale La Proposta (Orto de’ Pecci) di cui è stato per lunghi anni il presidente. Negli ultimi anni ha pubblicato alcuni libri e si dedica alla riflessione sui fatti felici o dolorosi della vita.

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