Anche quest’anno la nostra redazione ha indetto il concorso per decretare la storia dell’anno mettendone in gara 15: quelle più lette.

Quando ho capito e visto le storie da votare mi sono domandata perché proprio queste le più lette; se ci fosse tra loro un legame, un file rouge che le potesse rendere tutte più o meno simili: un messaggio comune che tutte, più o meno direttamente, potessero veicolare.

Ci ho pensato bene. Secondo me qualcosa che le accomuna tutte c’è e tutte potrei farle rientrare in una ideale mega-cornice di significato/senso. Quale questa sia? A mio modestissimo e personalissimo parere sono tutte storte di vittoria identitaria culturale, sociale (e territoriale) nella nostra Siena.

Mi spiego meglio. La storia uno ha come tema di base il buon comportamento da tenere nei giorni di Palio così come un grande storico, ma soprattutto grande senese (Prof. Duccio Balestracci), le ha pensate.

La storia due, sulla stessa scia, racconta l’emozione, provata da un elemento imprescindibile di questa redazione (Katy Prosperi), dopo la vittoria della sua contrada al Palio d’Agosto, che è sua ma tipica di ogni senese che vince o ha vinto il Palio. E noi lo sappiamo che per i senesi l’appartenenza al Palio e la vita ad esso connessa vanno a qualificare un aspetto dell’identità sociale (Crocetti, 2022) di chi in questa città ci vive.

E sempre il legame con il territorio e come questo può vincere grazie all’azione dei cittadini o volontari è presente anche nella storia sei e nella storia undici.

Del resto come ci insegna il grande Winnicott (1971) la nostra vera madre è l’ambiente e quello in cui viviamo viene portato alla vittoria dalle storie sopracitate ma anche dai commedianti (per volontariato e fini sociali) la cui impresa è descritta nella storia tredici, dai volontari anpas che festeggiano la fine estate (così come narrato nella storia quattordici) e dal gruppo delle donne in rosa ha passeggiato nella città per sensibilizzare (mi verrebbe da dire anche qua!!) la popolazione su un tema importante (storia nove).

Ma anche i protagonisti della storia tre e della storia otto non sono, molto dissimili da dei vincitori per e nel territorio. C’è un’unica differenza tra loro: il primo, contribuisce, mettendo a disposizione le sue competenze professionali mentre, il secondo, usa le sue competenze per arricchire le informazioni sulle origini di questa bellissima città.

Ma non finisce qua!! Perché se è vero che abbiamo un’identità sociale non possiamo scordarci che essa è parte dell’identità personale o individuale (Tajfel e Turner, 1979) …. Quindi ecco le vittorie personali – con o senza fini sociali – ma comunque di estrema importanza per il messaggio che veicolano. Lo potrei sintetizzare utilizzando una frase tratta dal film Equalizer 2: “Ci sono due tipi di dolore a questo mondo, il dolore che fa male e il dolore che ti cambia”.

Infatti, c’è la storia quattro, che parla dell’amicizia con un bambino autistico, la storia cinque che vede protagonista una modella che ha sconfitto il cancro, e, similmente a lei Laura, della storia sette che dopo aver vissuto un brutto incidente ha ripreso a dipingere quadri mentre Alessandro (storia dieci) dopo la prematura dipartita di un suo caro amico continua a fare volontariato proprio per mantenere vivo quel legame per lui speciale che la morte, ha solo apparentemente, interrotto.

E come se tutto ciò non fosse già tanto, abbiamo anche la storia dodici che racconta proprio di come, per Francesca, l’adozione a distanza di un bambino autistico abbia dato un nuovo significato (quindi modificato la propria base identitaria) alla sua vita e la storia quindici che ci parla dei lavoratori della Beko che, alla ricerca di un nuovo significato alle loro difficoltà, si sono rivolti anche al Cardinale Lojudice.

Quindi che sia in funzione della città (identità sociale), o della propria storia personale (identità individuale), tutte queste storie ci parlano di vittorie quindi anche se a vincere sarà una sola, io credo che i lettori abbiano premiato a priori e a prescindere chi ancora lotta, o ha lottato, per se stesso o per la comunità a cui appartiene!

Ho sempre pensato che fosse importante vivere di sogni, di realtà e di possibilità: ecco tutte le storie in gara, secondo me, hanno sempre tutti e tre questi elementi. Grazie a chi le ha vissute, a chi le ha scritte e a chi le voterà!!

Cristina Rigacci

(Psicologo e Psicoterapeuta)

ecco come votare

“Storia dell’anno di Sienasociale”: ecco come votare

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