A 35 km da Siena si trova l’abbazia di Badia A Ruoti, nucleo centrale dell’omonimo borgo.

L’origine della badia di San Pietro a Ruoti (in Valdambra) è remota e fino ad oggi la data della sua fondazione sembra non poter essere stabilita con certezza.

E’, tuttavia, certo che questo monastero fosse stato eretto già prima del XI secolo.

La Badia di pertinenza della famiglia Ruoti prima di Ordine Benedettino nel 1060/1070 fu sottoposta alla regola camaldolese, molto più rigorosa di quella tradizionale. Successivamente la famiglia degli Ubertini vi esercitò il patronato e difese da numerosi attacchi.

Fin dalle origini la badia aveva numerose chiese suffraganee del circondario e molti possedimenti terrieri in Val D’Ambra. Era infatti citata fra i maggiori monasteri dell’Ordine Camaldolese già in quel secolo. La Badia si trova nel XII e nel XIII secolo a fare i conti con le lotte che vedevano contrapposti guelfi e ghibellini, Firenze da una parte ed Arezzo Siena dall’altra. Furono anni difficili sia per la popolazione che per i monaci del monastero. Varie furono le date in cui la badia venne assaltata, saccheggiata e anche in parte distrutta.

Il complesso architettonico della badia, costituito dalla chiesa con campanile, dalla chiesa della compagnia e dal convento con chiostro, anche per questo, ha subito nel corso del tempo importanti trasformazioni. La chiesa è a croce latina con una unica abside e la facciata ha un protiro pensile dell’XI secolo. Alla fine del 1600 tutto l’assetto architettonico interno fu trasformato e altre trasformazioni furono effettuate nel complesso monastico che in seguito cessò di essere la residenza del vescovo di Montepulciano per divenire l’abitazione del parroco e sede della fattoria.

Maura Martellucci 

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