Al margine della giornata dedicata ai nonni, il mio pensiero non poteva andare che a loro e alle persone più anziane in generale. Dell’importanza dei nonni come legame tra passato e futuro dei figli/nipoti e del loro importante ruolo in ogni famiglia abbiamo già avuto modo di parlare.
Cosa aggiungere quindi? Ripartendo dal presupposto che i nonni sono uomini e donne che iniziano un’altra vita, essenziali nel sostegno agli equilibri familiari e preziosi nello sviluppo e nella crescita psicologica dei bambini (Mugnaini, 2021), è forse doveroso fare una ulteriore specifica. “Alla base e nel cuore delle relazione tra un nonno e un nipote vivono le forme di un contatto e una tensione importanti tra polarità che riguardano molteplici piani, quello temporale del passato, presente e futuro, quello dell’antico, e del nuovo e progettabile, quello dell’accaduto, attuale e avverabile, quello del già sentito e del non ancora provato, del nuovo e del non ancora conosciuto, della sapienza e della scoperta, dell’esperienza e dell’inesperienza, della vicinanza e della lontananza, della condivisione e della separazione, dell’inizio e della fine” (Terrile & Conti, 2014; p.186).
Ma al di là del nonno in relazione al nipote forse è importante specificare che l’anziano è un essere umano che vive molti cambiamenti.
Ci sono quelli inerenti ad un corpo che muta in relazione ad un’età che avanza, quelli riferiti al sé (es: perdita di memoria, mancanza di energie), quelli che scaturiscono con le molte perdite che si trovano ad affrontare (es: morte degli amici o dei coniugi) e quelli legati al doversi ritrovare a rivestire un ruolo sociale ben diverso (Viney, 1994).
I bisogni di cui questi uomini e donne sono portatori (e di cui dovremmo tenere memoria) sono essenzialmente tre: quello di auto conservarsi, quello di stabilità e quello di non essere dimenticati (Crocetti, 2023).
Ma soprattutto l’anziano fa i conti con la finitudine (C.i.Ps.Ps.i.a, 2022) che “non è un’esperienza statica di consapevolezza del decadimento prestazionale, fisico e relazione bensì un’area potenziale. Partendo infatti dal contatto con il limite, l’individuo può attivare un processo elaborativo complesso che riguarda tutta la sua persona e il suo modo di porsi con l’altro e di acquisire competenze nuove, nuovi modi di comprensione di sé.”(Ferracuti, 2021; p.53).
Non a caso – aggiunge Vianello (2021) – il compito evolutivo di questo periodo della vita consiste soprattutto nell’accettazione realistica del tempo, dei propri limiti e dell’assunzione della responsabilità inerenti alla vita passata. E se da un lato anziano e nonno possono essere termini che non sempre coincidono (Ibidem, 2014) il ruolo che le “persone over” ( per usare un termine più in linea con il linguaggio dei giovani!!) hanno per ciascuno di noi e per la società in generale non può certo essere sottaciuto.
Del resto – come riportato da un grande scrittore africano – “Quando muore un vecchio, è una biblioteca che brucia”.
Cristina Rigacci
In qualità di direttore di Siena sociale.it , ringrazio, come sempre, la dottoressa Cristina Rigacci che, per me e per i lettori, risulta sempre illuminante. E’ come se Cri (come mi piace chiamarla nei rari momenti di distensione che appartengono a riunioni o telefonate) sappia leggere “dentro” le persone. A dimostrarlo, una volta si piu’, questo articolo che vuole “chiudere” la giornata dei nonni dando un tributo a una grande risorsa della società: nella foto il mio bisnonno Carlo. Un uomo che non ho mai conosciuto ma di cui ho sentito molto parlare dai mia madre. La somiglianza fisica tra noi e’ spiccata: compreso il taglio dei capelli! Il mio pensiero va a lui e all’eredita’ di memoria che ha lasciato: attraverso i racconti di sua nipote e tramite una foto in cui, con i colori sfocati, rivedo in molta parte quello che sono.
Giuseppe Saponaro
Cristina Rigacci
Psicologo e Psicoterapeuta, è disabile da quando aveva sei anni. Studiosa di dinamiche psicologiche sottese ad una genitorialità difficile o resa tale per la presenza di un figlio che soffre a causa di una malattia o disturbo, ha lavorato per anni con le associazioni senesi “Sesto Senso” e “Asedo” per facilitare l’integrazione di alunni con disabilità e favorire esperienze di autonomia (housing) per un piccolo gruppo di ragazzi Down. E’ tra i soci fondatori di Codini & Occhiali.