Nel progetto “Si-Sienasociale – la coprogettazione che tanto vale”, finanziato dal comune di Siena e co-progettato insieme agli enti senesi del Terzo Settore, trova spazio, tra le altre cose, il contrasto alla violenza di genere.
Il punto di vista questa volta è quello maschile, quasi un inedito se si pensa che nella stragrande maggioranza dei casi questo difficile problema è gestito interamente dalle donne sia all’interno dei centri antiviolenza, nei quali si dà sostegno e conforto alle vittime di abusi, che nell’attivismo di molte associazioni femministe, che sottolineano come la cultura patriarcale generi un problema educativo e culturale che genera discriminazione e violenza.
La Misericordia di Siena da alcuni anni ha deciso di cambiare paradigma e agire con azioni di sensibilizzazione sugli uomini per affiancare chi si prodiga quotidianamente nella gestione del tema, che le cronache ci riportano essere un vero e proprio bollettino di guerra; nel solo nel mese di settembre 2023, sei donne sono state uccise da un uomo per i motivi legati al possesso e all’incapacità maschile di gestire la frustrazione di un fallimento relazionale: da inizio anno al primo di ottobre i femminicidi sono 90 (5 in più dello scorso anno).
Se il femminicidio è l’atto estremo che svetta sui media, l’apice di un’escalation che spesso inizia in sordina con atteggiamenti controllanti che possono passare quasi inosservati e che sale parossisticamente fino ad atti di violenza brutale, sotto la superficie ci sono atteggiamenti di molestia e vessazioni psicologiche che, secondo una ricerca del 2007 non ancora confutata, una donna su tre subisce nel corso della propria vita da parte di un uomo, e questo succede in tutto il mondo.
Questo ci permette di validare l’assunto che c’è una discriminazione e una violazione dei diritti delle donne in quanto donne (è importante comprendere questa specificazione) che è trasversale a tutte le culture, che ha origini millenarie ed è talmente introiettato nel contesto sociale da non permettere di vedere quanto alcune pratiche ancora diffuse, come ad esempio il “catcalling”, possano essere pervasive per chi le riceve; un commento non voluto ricevuto in contesti pubblici, può essere fonte di ansia e vergogna e risultare una vera e propria violenza psicologica.
Non si tratta di non “poter dire più niente”, ma di essere consapevoli che alcuni gesti, parole e atteggiamenti possono risultare molesti (in alcuni casi essere veri e propri reati) e sgraditi e non si è meno uomini se ci si approccia a una donna con rispetto ed empatia e non con potere e possesso.
Lo sguardo maschile su questi punti quindi è necessario; affinchè si riduca drasticamente (e magari finisca di esistere) il problema della violenza c’è da agire sulla cultura che la stimola e che in molti casi la legittima; “è stata lei che mi ha fatto arrabbiare” è la frase che più comunemente gli uomini autori di violenza pronunciano a loro discolpa, gettando sulla vittima la responsabilità di un agito, quello violento, che, ricordiamo, si sceglie e non è scritto da nessuna parte nel DNA maschile ma che gli uomini imparano a usare fin da bambini, quando vengono educati ad avere atteggiamenti che non li facciano sembrare “femminucce”.
Per sollecitare una riflessione su questo tema e per dare un’opportunità di aiuto a chi ha un problema con la gestione dei propri agiti violenti, la Misericordia di Siena ha scritto e registrato due spot che passeranno in radio (principalmente su Antenna Radio Esse) fino a dicembre e che si spera possano stimolare un pensiero in direzione del cambiamento in tutti gli uomini che li sentiranno.
Inoltre ha partecipato, in qualità di partner, a un progetto di teatro sociale che l’associazione Donna Chiama Donna ha creato per i giovani studenti universitari; “Pensavo fosse amore”, questo il titolo del progetto, consentirà ai partecipanti di immergersi nel tema attraverso la messa scena di pezzi teatrali, ripresi da veri fatti di cronaca e adattati da UgoGiulio Lurini, Claudia Bini, Ilaria Fabbri e il sottoscritto, per l’uso drammaturgico.
La violenza contro le donne riguarda gli uomini c’è quindi l’auspicio che questa sensibilizzazione possa portare i frutti sperati di un cambiamento di mentalità e un diverso modo di educare le giovani generazioni.
Filippo Franchi
SI-SIENA SOCIALE, la coprogettazione che tanto vale, è tra Comune di Siena e Enti del Terzo Settore per proposte a favore di anziani, minori, famiglie e disabili. A seguire le realtà partecipanti. Tavolo Anziani (Associazione di Pubblica Assistenza di Siena, La lunga gioventù APS, Centro socio-culturale terza età Antonio Conti APS); Tavolo Famiglia-Minori (Siena Soccorso ODV, Arciconfraternita di Misericordia di Siena OdV, M’ama APS, La lunga gioventù APS); Tavolo Disabilità (Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti Siena APS, Autismo Siena Piccolo Principe ODV, Le Bollicine APS, Sesto Senso ODV, Associazione Senese Down (ASEDO) ODV, Il Laboratorio ODV
immagine tratte da
https://www.interno.gov.it/it/temi/sicurezza/violenza-genere
https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?id=4498&area=Salute%20donna&menu=society