Si è appena concluso il doppio evento di punta del calendario del mese contro la violenza sulle donne, organizzato e fortemente voluto dal Comune di Siena, in cui sono state coinvolte associazioni del territorio che si occupano di tutela e gestione di problematiche inerenti le donne vittime di violenza. Ha fatto da cornice il Santa Maria della Scala
Serata molto partecipata e ricca di raccomandazioni, concetti e delucidazioni, perché di questo argomento, purtroppo, non si conosce mai abbastanza. Gli interventi dei partecipanti hanno mostrato quali figure si muovono nel campo della violenza, a chi rivolgersi mantenendo forme di anonimato, a chi affidarsi per chiedere protezione e salvaguardia.
Al termine del convegno, la serata è continuata con la sfilata di moda organizzata dalla Dream Fashion di Teo de Bonis ed Emanuela Vigni: una passerella formata da donne di tutte le età che hanno voluto rappresentare la grinta e la forza della rinascita che può avvenire dopo un periodo cupo ed oscuro dato dalle violenze subite.
L’atmosfera gioiosa e colorata non ha assolutamente offuscato l’importanza del messaggio che questi eventi vogliono comunicare ma ha dato piuttosto una nota di solidarietà, unione e sostegno.
La meravigliosa voce di Corinne ha accompagnato l’ultima modella, emozionando l’intera sala e lasciando un alone di speranza; il ricavato della serata è stato devoluto all’Associazione “Donna chiama Donna”, attiva sul territorio, dal 1997.
Sullo sfondo le parole che danno tutto il senso di un percorso da seguire soprattutto perché dette dopo un minuto di silenzio in ricordo di tutte le vittime.
Il sindaco di Siena, Nicoletta Fabio: “la presenza di studenti del Liceo Artistico Statale Duccio di Buoninsegna stasera, qui con noi, è un segnale importante. Dobbiamo partire dai più piccoli per sensibilizzarli al tema “.
Il questore della città del Palio, Pietro Milone: “ad oggi constatiamo ancora una grande difficoltà a denunciare. E’ importante creare una nuova cultura a cominciare dai ragazzi. E poi fare rete, migliorare l’interazione tra tutti i componenti del territorio”.
Conclusioni affidate a Rossana Salluce (presidente “Donna chiama Donna”): “permane lo stereotipo che le donne che si rivolgono al nostro centro siano straniere. Purtroppo la maggior parte sono italiane, con istruzione medio alta; tante di loro hanno dovuto lasciare il lavoro perchè gli uomini maltrattanti le hanno costrette”.
Ha moderato l’incontro la giornalista Katiuscia Vaselli.