Esiste una realtà, a Siena, nella quale si fa socializzazione, inclusione oppure, semplicemente si sta insieme cantando.
E’ il Coro Arlecchino dell’associazione Uici (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), nato una decina di anni fa da un’ idea di Silvia Lotti (pianista e direttore di coro), di Massimo Vita (presidente) e di Chiara Lotti (prematuramente e improvvisamente scomparsa).
A seguito della nascita del coro, nella scuola di musica di Tavarnelle Val di Pesa (dove Silvia insegnava e insegna tuttora), furono fatti due stage per la scrittura della musica in braille.
Dal 2015 la direzione del coro è affidata alla Maestra Marta Marini. Il nome “Arlecchino” ha un significato preciso: simboleggia il fatto che è un coro formato da tante persone diverse sotto vari aspetti, unite ma diverse, e, dunque un coro fatto di tanti “colori”. Marta Marini, presa la direzione, ha iniziato a scrivere musica appositamente per loro iniziando da facili arrangiamenti polifonici a tre voci, per poi passare, con gli anni a spartiti più “complicati” ma sempre molto orecchiabili.
Il repertorio del Coro Arlecchino spazia dal popolare ad arrangiamenti su canzoni di musica e la partecipazione è aperta a tutti. Ne fanno parte, infatti, anche parenti o amici o chiunque voglia “cantare” insieme, perché lo scopo di questo gruppo è andare oltre la disabilità, cercando di valorizzare ogni componente, soprattutto per l’amore e per la dedizione alla musica.
Perché la musica si sente con le orecchie ed il cuore e attraverso di essa si possono abbattere barriere, pregiudizi, diversità. La musica è per tutti e il Coro Arlecchino ne è uno splendido esempio.
Maura Martellucci