C’è una lapide all’ingresso della sede della Misericordia di Siena quanto mai curiosa.

È lì, posta nell’angolo sinistro dell’ingresso in alto e ricorda un episodio e una donazione davvero sentita quanto singolare.

Tutto parte dalla costruzione della linea ferroviaria di Siena e, in particolare dallo scavo della galleria di Montarioso. La collina di Montarioso, infatti, rappresentava l’ultimo ostacolo che, a 4 km dalle mura di Siena, impediva alla strada ferrata di raggiungere la città.

Il 6 luglio 1846 fu dato il primo colpo di piccone (scrive Giuliano Catoni) per lo scavo del tunnel che costituì l’impegno più severo di tutta l’impresa della realizzazione della “strada ferrata” Siena-Empoli progettata dall’ingener Giuseppe Pianigiani.

Aperta finalmente nel settembre 1850, dopo 4 anni e 2 mesi di lavori, la galleria risultò coi suoi 1516 metri la più lunga di Italia. Ma, c’è sempre un ma. I lavori di scavo causarono la morte di due operai (quelle morti sul lavoro che, come testimonia la recente cronaca, nemmeno il cosiddetto progresso riesce a prevenire) e per i soccorsi forniti dalla Misericordia sul luogo dell’incidente l’ingener Becheroni, allievo e aiutante di Pianigiani, promosse la donazione di 283 braccia di panno da lenzuola all’Arciconfraternita, come ricordato nella lapide.

Grazie a Filippo Franchi per avermela fatta conoscere e l’Arciconfraternita di Misericordia conserva davvero memorie notevoli, e non sempre conosciute della storia senese.

Maura Martellucci

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