Per celebrare la giornata della poesia appena trascorsa e la primavera in arrivo vi lasciamo una profonda riflessione sul ruolo della poesia fatta dalla Psicologa Psicoterapeuta Cristina Rigacci e due piccole poesie.
La poesia è quando un’emozione ha trovato il suo pensiero
e il pensiero ha trovato le parole
(R. L. Frost)
Come riportato dalla redazione di Libreria Digitale (2023) la poesia è una forma di espressione artistica letteraria che si esprime attraverso la scrittura in versi. I poeti scelgono questa forma letteraria per comunicare pensieri ed emozioni in modo creativo e profondo. La poesia, a differenza delle altre principali forme di espressione artistica letteraria, descrive situazioni, sensazioni ed emozioni in maniera evocativa.
Non ha l’obiettivo di informare o narrare fatti, ma di offrire suggestioni e aprire l’immaginario del singolo.
Attraverso la scelta accurata delle parole, delle immagini e delle metafore, la poesia può catturare le sfumature più intricate delle emozioni umane.
Questa capacità di esprimere l’indefinibile è ciò che rende la poesia una terapia tanto efficace quanto silenziosa. «il potere del verso deriva dall’armonia indefinibile tra quello che il verso dice e quello che il verso è. Indefinibile è termine essenziale a quest’asserto… L’impossibilità di definire quella relazione, e a un tempo l’impossibilità di negarla, costituiscono l’essenza del verso» (Auden, 1999, p. 51).
Come spiegato da Smeraldi (2023), la poesia richiede un lavoro interno, parla al cuore e all’anima, sostiene una ricerca di significato, valida l’esperienza attraverso la condivisione e richiede di rallentare perchè non può essere letta velocemente quindi, anche, di essere apprezzata con l’esperienza: è quindi un comune denominatore di fronte al quale l’età non esiste. Caratteristiche queste che legittimano il suo utilizzo come via di costruzione di senso e comprensione di vissuti emotivi, specie se dolorosi.
Premesso quanto sopra è noto anche che scrivere poesie può essere considerata una forma di terapia (Papp, 2021) o di autoterapia (Buonaguidi, 2020). Ciò perché la possibilità di scrivere pensieri, emozioni, eventi e riflessioni può essere utile per il benessere psicofisico consentendo di riordinare i propri vissuti e di creare un senso di appartenenza e condivisione con gli altri. Ciò, per sua natura, rompe un senso di isolamento patologico e doloroso (Horowitz, 2000).
La sua indubbia potenza terapeutica era nota già agli albori della psicoanalisi. Non a caso Jung, in un suo testo fondamentale «Psicologia e poesia» edito nel 1979, ha messo in evidenza come sia la psicologia che la poesia, utilizzano il medesimo linguaggio profondo e creativo, usano entrambe la parola per dire ciò che a volte è impossibile comunicare o per portare in superficie: emozioni e vibrazioni, sogni e ricordi. Così accade che quando ci permettiamo di andare in quei sotterranei dell’anima che contengo non solo mostri ma anche giacimenti di energia, la parola poetica e quella psicologica si sovrappongono e vivono insieme (Maiolo, 2023).
Date parole al dolore; il dolore che non parla bisbiglia al cuore
sovraccarico e gli ordina di spezzarsi
(Macbeth, Shakespeare)
Cristina Rigacci
“La primavera”