Si è svolto nell’Aula Magna “Gabriella Pozzolini” dell’IPSIA Marconi l’incontro fra gli studenti delle classi 4e e 5e e lo scrittore e traduttore Alberto Prunetti, ideatore e direttore del Festival, oltre che della collana “working class” delle Edizioni Alegre.

L’incontro è stato introdotto dal Dirigente Scolastico Prof. Luca Guerranti  e moderato dalla Prof.ssa Filomena Cataldo, Referente della Rassegna Culturale CasellIncontra.

Soddisfazione ed entusiasmo da parte di tutti i docenti presenti in sala, e certamente soprattutto dei docenti di lettere che hanno curato l’attività di lettura, Prof.ssa Nelly Mahmoud Helmy e Prof. Marco Gaetani.

<< Quando abbiamo scelto la storia che avremmo voluto far leggere ai nostri ragazzi – spiega la Prof.ssa Nelly Mahmoud Helmy – abbiamo voluto senza esitazioni Amianto, un simbolo della nuova letteratura working class che oggi si scrive in Italia; e lo abbiamo voluto perché Amianto è la storia di un’esistenza, una biografia operaia, la storia di Renato che suo figlio Alberto racconta, la storia di un uomo che però è anche una storia che rappresenta e incarna la storia di tante vite di tanti uomini e tante donne che la vita l’hanno persa lavorando, ieri come oggi: per incuria, disinteresse, indifferenza, colpevoli omissioni. Ieri come oggi perché, anche oggi come allora, vale a dire nel tempo in cui si svolge la storia di Renato, continuino ad esserci interessi che vengono prima delle persone.”

Ed è proprio questo il valore educativo e formativo alla base del dialogo e del confronto fra Alberto Prunetti e gli studenti, che hanno posto diverse domande, mostrando la passione e l’interesse che ha suscitato la lettura del libro. 

D’altronde, l’esistenza del protagonista del racconto operaio è insieme eco privata e collettiva, e lo è perché racconta “una storia” come tante ce ne sono, e lo fa anche con umorismo.

<< Ho  faticato nello scrivere e nel percorrere passo passo la vita lavorativa di mio padre – dice Alberto Prunetti – proprio come lui ha fatto>>

E questa fatica di tenere insieme i pezzi di una storia ha impedito che Renato Prunetti rimanesse un morto che tace <<Il racconto dovrebbe tenere come un raccordo di tanti tubi diversi. Lui lo diceva sempre: mettici il canapone, regge più del teflon. Stai solo attento a rispettare il senso della filettatura e lega il tutto con un dito sporco di mastice verde. Poi stringi con forza, ma senza cattiveria. Non deve perdere>> (Amianto. Una Storia Operaia)

E’ importante dare voce a ciò che accade nei luoghi di lavoro, dare voce agli operai e poterli raccontare o consentire loro che si raccontino, come accaduto nel recente 𝐅𝐄𝐒𝐓𝐈𝐕𝐀𝐋 𝐃𝐈 𝐋𝐄𝐓𝐓𝐄𝐑𝐀𝐓𝐔𝐑𝐀 𝐖𝐎𝐑𝐊𝐈𝐍𝐆 𝐂𝐋𝐀𝐒𝐒, tenutosi dal 𝟑𝟏 𝐦𝐚𝐫𝐳𝐨  al 𝟐 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞 a Campi Bisenzio (Fi), di cui Prunetti è organizzatore e direttore.

<< Parlare agli studenti – dice Prunetti – è fondamentale per porre basi di consapevolezza e conoscenza, soprattutto quando l’obiettivo lavoro è primario nel percorso di vita dello studente>>

Diritti e Sicurezza sul lavoro, i temi affrontati, ma anche rilevanza e contezza del ruolo della letteratura working class quale finestra contemporanea sulla realtà e sulla quotidianità.

L’evento fa parte degli incontri che l’Istituto Caselli organizza nell’ambito del “CasellIncontra”, rassegna culturale che, ormai, da qualche anno consente agli studenti dell’Istituto di incontrare scrittori, scrittrici e personalità del  mondo della cultura, dell’arte e dello sport. 

Ufficio Stampa Caselli      

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