Iniziativa significativa della Pubblica Assistenza Val d’Arbia. Conosciamo Mamma Erika e il piccolo Samuele, l’ultimo arrivato tra i “baby volontari”. La storia della domenica di oggi racconta di loro.
“Ogni nuovo nato è un dono, unico e irripetibile; e al tempo stesso inconfondibilmente legato alle sue radici.” Nel 2022 alla Pubblica Assistenza Val d’Arbia è tornata in auge una tradizione dolcissima che fa subito “famiglia”. Ai nuovi nati, figli o nipoti delle volontarie e dei volontari che quotidianamente sono impegnati nei servizi espletati dall’associazione sul territorio, viene regalata una maglietta che riporta la dicitura “Baby volontario”.
Un augurio o un simbolo di buon auspicio? Probabilmente entrambi, ma con una motivazione ben più profonda.
“Diventare genitori o nonni – spiegano i referenti della commissione del Trasporto Sanitario, che hanno rilanciato l’iniziativa già proposta in passato – è una delle esperienze più belle che la vita possa regalare. Per l’impegno e la passione con cui ogni volta le nostre volontarie e i nostri volontari indossano la divisa arancione, è un privilegio festeggiare insieme il piccolo grande dono che ogni nuovo nato rappresenta per ogni famiglia.”
L’ultimo arrivato tra i baby volontari della famiglia della Pubblica Assistenza Val d’Arbia, per la gioia di mamma Erika e babbo Andrea, è il piccolo Samuele.
Mamma Erika, alla quale abbiamo rubato qualche minuto per condividere la sua storia nella nostra intervista della domenica, ha frequentato il corso di livello base e avanzato nel 2016. Da allora, quando ha potuto, la settimana è stata scandita sempre dal giovedì sera di turno in ambulanza. Una passione motivata e smisurata che l’ha portata a diventare, nel 2019, formatrice di associazione.
Cosa ti ha spinto a scegliere di fare volontariato?
“Sono diventata volontaria in seguito a un brutto incidente stradale al quale mi sono trovata ad assistere. Per cultura personale e per “esorcizzare” il trauma dell’incidente ho voluto frequentare un corso di livello avanzato per volontari soccorritori. Passando tante ore in associazione per il corso di formazione piano piano ne entri a far parte anche senza volerlo. Infatti, appena tenuto l’esame, ho iniziato a fare turni in ambulanza insieme a due persone per me preziosissime, Marta e Luciano, che hanno saputo coinvolgermi e guidarmi come due bravi genitori!”
Come hai intrapreso il percorso di formatrice?
“Il mondo della formazione l’ho conosciuto grazie a Patrizia, già formatrice regionale, che ha scommesso su di me proponendomi di iniziare il percorso da formatrice di associazione in affiancamento a lei ed ai colleghi Enrico, Renzo e Massimiliano durante i corsi di livello base e avanzato attraverso i quali in associazione formiamo i nuovi volontari soccorritori. Il grande valore della formazione nelle pubbliche assistenze è dato dal fatto che sono i volontari stessi a formarsi per formare i volontari: si tratta di un percorso condiviso e collaborativo tra pari che è la formula più adeguata per diffondere e costruire conoscenza e alimentare la crescita culturale dei volontari. Ed è stato così che, a novembre 2019, dopo un corso tenuto dai formatori di ANPAS Zona Senese, ho superato con successo l’esame per diventare formatrice di associazione”.
Volontaria, formatrice e mamma. Cosa ne pensi dell’iniziativa “Baby volontario” della tua associazione e cosa racconterai a Samuele tra qualche anno?
“L’iniziativa portata avanti dalla Pubblica Assistenza Val d’Arbia è un fantastico modo di coinvolgere i neo-genitori e neo-nonni in associazione. Non lo dico perché sono di parte ma è il modo più carino per dare il benvenuto ai bimbi e gratificare i genitori facendoli sentire parte di una vera e propria famiglia. Un giorno racconterò a Samuele cosa fa mamma quando sale in ambulanza e, non appena anche lui potrà, la divisa arancione sarà sicuramente una parte di lui!’
Emilia Di Gregorio
(La redazione di Sienasociale.it esprime ai genitori del piccolo Samuele e a tutta la Pubblica Assistenza Val d’Arbia i più sentiti auguri)