Ospitiamo con estremo piacere una lettera che ci e’ pervenuta da 2 occhi che dicono tanto, tutto: sono quelli di Laura Pepicelli. Una donna a cui un incidente, occorso a Firenze, ha tolto un arto. La forza di Laura e’ l’essenza della sua bellissima testimonianza. Eccola.
“Il destino a colori”
La vita corre, frenetica, sempre.
Si tinge di giallo, di verde, di arancio, di blu, di turchese, o di magenta e rosso fuoco.
Ecco così descrivo il mio incidente, improvviso, che mi ha portato alla perdita del mio piede: un’amputazione.
Il nulla improvviso e la mancanza di colori, una linea interrotta e stoppata al centro di una tela, senza margine di libertà di continuazione in nessuna delle direzioni possibili e il bianco, tutto il bianco intorno, senza suoni né rumori.
Un silenzio forzato, un udito che ti viene a mancare che è la vita che é stata travolta e che non vede più nulla attorno a sé.
Poi però qualcosa inizia a brillare, le luci riflettono ombre su quella tela, appare il grigio, e piano piano i colori tornano anche se affievoliti da quel bianco candido.
Le piccole luci che brillano affianco a te, sono gli amici e i familiari, e ti permettono di intravedere i primi colori.
Ti attacchi allora a quei volti, quelle parole sperando che qualcosa grazie a loro ti aiuti a muovere quella linea ferma al centro del tuo quadro.
Sono le luci dell’affetto e della speranza, che come tante piccole stelline iniziano a brillare consentendo di far riapparire, piano piano, i colori sempre più forti e vivi su quella tela della vita anche se accostati in modo molto diverso da prima.
La decisione di amputare e non conservare il residuo di ciò che era rimasto del mio piede é stata una prova difficile di cui i medici mi hanno lasciato libera scelta con tutte le difficoltà del caso.
La necessità di un di un supporto psicologico, mi ha fatto vedere solo in bianco e nero negli attimi in cui anche solo un puntino colorato mi avrebbe potuto far affrontare meglio la situazione.
Quel puntino però é arrivato da un’ altra tavolozza di colori, ed era di un bel verde, mandato dal mio ente lavorativo in supporto mio e dei miei familiari.
Stop al bianco, al nero, al grigio e ai colori pastello, la vita l’ho voluta rivivere in toni accesi di colori contrastanti e complementari tra di loro.
Ho ripreso possesso dei miei abiti, mi sono adattata al nuovo status fisico e alla diversa prospettiva di vista del mio quadro.
Il sostegno delle infermiere, piccole instancabili formichine, è servito tanto.
Mi hanno donato sostegno e sorrisi nei momenti in cui ero abbandonata a me stessa.
Sono la vita dei reparti insieme alle oss e agli specializzandi.
“Mi chiamo Laura”, il 13 settembre 2023 a causa di un incidente con un camion, mentre ero sul mio scooter, ho perso il mio piede.
Vorrei che il mio piede non fosse perso invano e che si arrivasse all‘obbligo dei sensori almeno sui mezzi pesanti che circolano nelle città.
Ho ripreso a colorare la mia vita, perché i colori sono la forza per andare sempre avanti.
Mi aggrappo agli altri e a chi mi vuol bene e mi tende la mano, e non ho paura di ammetterlo perché ogni essere umano ha bisogno di aggrapparsi agli altri.
Mai arrendersi e mai mollare, perché c’è un senso ad ogni cosa, ogni evento o incontro.
Chiedere aiuto agli altri e mai vergognarsi, confidandosi e confrontandosi, questo ci aiuterà a darci forza per superare gli ostacoli che inizialmente sembrano insormontabili.
“Mi chiamo Laura”, ho 45 anni, sono invalida da 8 mesi e VOGLIO fare della mia vita una meravigliosa opera d’arte.
Ho iniziato a dipingere con il covid, ho ripreso a farlo in seguito all’AMPUTAZIONE, perché la vita è vita è fatta di linee e colori e io desidero coglierle in ogni forma e sfumatura.
Laura Peppicelli
“TUTTI per Laura” (Facebook group)