Dopo l’articolo pubblicato su Sara Tommaso Baldi sono giunti numerosi commenti dei nostri lettori. Abbiamo chiesto alla protagonista della storia che vi avevamo raccontato di fare chiarezza. Ecco cosa ci ha scritto.

Quando mi hanno chiesto di rispondere ad alcuni commenti negativi ricevuti nel precedente articolo ho detto di no, non mi interessava.

Poi ho pensato a quante volte i commenti ottusi mi hanno scoraggiata (per i primi cinque minuti), ho pensato ai miei figli, che mi auguro abbiano sempre il coraggio di seguire strade poco battute e ai tanti adolescenti che ho conosciuto nel mio lavoro.

E’ a loro che voglio rispondere.

Ma prima alcune precisazioni per gli  amati leoni da tastiera:

  • Non siamo degli scapestrati. Entrambi lavoriamo sodo. Io lavoro da quando avevo 18 anni, non ho mai smesso e non ho intenzione di farlo ora. Per cui vorrei tranquillizzarvi sul fatto che non richiederò il reddito di cittadinanza. Ma accetto donazioni, se volete finanziare il mio prossimo viaggio…
  • Io nutro un amore spropositato per la lingua italiana e ne ho un tale rispetto che non utilizzerei mai un anglicismo se non fosse necessario.

Purtroppo il wwoofing è stato inventato in Inghilterra e il movimento si chiama così. Mi sembrerebbe irrispettoso modificargli il nome.

  • Non ho la presunzione di sperare che questo piccolo articolo accenda una luce sui piccoli pensieri che avete espresso ma sono certa, e lo so dalle tante persone che mi hanno contattata per cercare maggiori informazioni, che quell’articolo è stato un piccolo seme per chi ha interesse a scoprire il mondo e non limitarsi al proprio orticello.

E sono proprio loro che voglio incoraggiare a prendere scelte inusuali, ad informarsi, a rischiare;  ci sono infinite possibilità che potete cogliere.

Il viaggio per me non è solo un passatempo, un po’ di relax tra il quotidiano tran tran.

Il viaggio è apertura al mondo, è conoscere nuovi modi di cucinare, di lavorare, di pensare.

E’ scoprire che qualcosa che per noi è impensabile, per altri è la normalità. Viaggiare è incontrare l’altro nella sua veste più vera.

La scelta di viaggiare in questi modi non è solo un fatto economico (seppure non mi vergogno affatto di dire che solo così mi sono potuta permettere di stare un mese a scoprire l’Irlanda, o vivere un anno nelle isole Hawai’i – tranquilli! lavoravo anche li seppure in modo diverso).

Si viene a contatto con persone del posto che hanno deciso di aprire la loro casa ad altri viaggiatori, si creano dei legami e si ha la possibilità di conoscere davvero un luogo e le sue tradizioni e lasciarsi cambiare da ciò che scopriamo.

E a questo proposito voglio lasciarvi alcune dritte per le vostre scelte inusuali di viaggio…

WWOOF:  WWOOF è un programma culturale ed educativo incentrato sull’agricoltura sostenibile. I soci viaggiatori, o WWOOFer, trascorrendo circa metà della giornata ad aiutare ricevono in cambio  vitto e alloggio, senza alcuno scambio di denaro tra host e WWOOFer. Potete farlo in Italia o all’estero.

Alcuni siti: wwoof.it  wwoofusa.org vi basterà digitare sul motore di ricerca wwoof e il nome dello Stato che volete visitare

COACHSURFING: letteralmente “fare surf sui divani” è uno dei più grandi esperimenti della gift economy», l’economia del dono.

Un servizio di scambio di ospitalità in cui ti viene offerto un divano o un letto (a seconda delle possibilità) totalmente gratuito e suggerimenti e indicazioni sul luogo.

È frequente per gli ospiti, avendo ricevuto ospitalità, ricambiare con piccoli doni e/o cucinando per l’ospitante.

Alcuni siti: couchsurfing.com  couchers.org  bewelcome.org,

HOUSE SITTING:  Il proprietario di casa ospita l’house sitter che si occuperà della casa in sua assenza.

In questo modo il proprietario può viaggiare lasciando qualcuno che si prenda cura di casa, animali, pianti. Mentre l’house sitter può viaggiare e vivere in un altro paese riducendo i costi.

Alcuni siti: mindmyhouse.com  housecarers.com  trustedhousesitters.com

 

Poi ci sono i viaggi per il volontariato, i viaggi di gruppo, quelli alla pari.

Se ne conoscete altri scriveteci!

“Ho lasciato il posto fisso per fare la Woofer”: la storia di Sara

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