Oltre due milioni di spighe di grano, un totale di venti quintali, per creare il ’Covo 2024’, che riproduce in scala il Duomo di Siena.

L’opera d’arte è stata presentata e sarà visitabile presso la Chiesa della Santissima Annunziata , ed è stata prodotta dalla comunità di Campocavallo di Osimo, nelle Marche, che ogni anno, dal 1939, costruisce un ’Covo’, monumento realizzato con milioni di spighe sapientemente intrecciate a mano.

Erano presenti Mons. Gaetano Rutilo, proposto del Capitolo Metropolitano, Enrico Tucci, assessore del Comune di Siena, Giovanni Minnucci, Rettore dell’Opera della Metropolitana di Siena, Padre Domenico Maria Spadafina, Rettore del Santuario Beata Vergine Addolorata di Campocavallo di Osimo, Emanuele Antonelli, presidente della Pro Loco di Campocavallo di Osimo, Damiano Pirani, assessore del Comune di Campocavallo di Osimo e Raimondo Orsetti, artefice dell’evento.

La festa del Covo è la prima domenica di agosto, quest’anno l’ospite era il cardinale Augusto Paolo Lojudice. «Siena si dimostra anche questa volta una città accogliente, che credo possa essere fiera di fronte a quest’opera – ha commentato il cardinale -.

Le nostre città sono legate: il Palio di Siena è un atto di omaggio a Maria santissima, la festa del covo è un omaggio alla Madonna». Le opere prodotte, frutto del lavoro volontario della gente del paese, rappresentano santuari e cattedrali di tutto il mondo. «Siena è una città di accoglienza, è la cifra della nostra amministrazione – ha spiegato l’assessore Enrico Tucci -. Siamo riconoscenti al popolo di Campocavallo di Osimo che ha scelto il nostro Duomo per la realizzazione del suo tradizionale Covo».

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