Si sente spesso parlare di problemi dei figli connessi alla malattia fisica di un genitore scordandoci, o quantomeno sottovalutando, che esiste anche la patologia psichiatrica e che crescere con un genitore che ne soffre può davvero non essere facile.
Abbiamo pensato che poteva essere utile – e per certi versi bello – dedicarci un po’ d’attenzione, approfondendo questa tematica con un articolo anche grazie alla testimonianza ricevuta da una nostra lettrice C. L. (lei preferisce rimanere anonima).
C.L. inizia così il suo racconto «Una volta ho letto in un articolo di quelli che parlano di salute mentale “Non a tutti è concesso essere figli. Alcuni devono prendersi cura della salute mentale dei genitori” queste parole mi hanno colpito molto forse perchè mi rispecchiano».
Facciamo una premessa. E’ noto (Liotti, 2005) che gli esseri umani, in quanto mammiferi (evoluti) possiedono una capacità innata (sistema motivazionale interpersonale) di attaccarsi a figure di riferimento e poi di essere possibile fonte di accudimento per la prole. Il riferimento è a quello che tra gli esperti, e non solo, viene chiamata relazione d’attaccamento e per natura è il figlio che si attacca al genitore che a sua volta lo accudisce (Attili, 2003).
Ma che succede o può succedere se un genitore non è capace o nella possibilità di fornire il doveroso accudimento al figlio a causa di una problematica di salute?
Lo si sa ormai da tempo la malattia (che sia del figlio, o del genitore che sia fisica o psichica) ammala e ammalora sempre il contesto (Crocetti, 2024). Tuttavia, spesso si parla o si è parlato delle malattie fisiche e delle loro ripercussioni sul non benessere dei figli riservando un po’ meno attenzione – se non in anni più recenti –a quei bambini che devono affrontare un quotidiano vivere con un genitore affetto da una patologia psichiatrica come possono essere (solo per citare degli esempi) la depressione o la schizofrenia (Vento & Ducci, 2018).
Al contrario, però, è ormai ben noto che crescere in una famiglia dove un disturbo mentale grave affligge uno o due genitori rappresenta un’esperienza di grande impatto sul benessere psicologico di un figlio (Rupert, et al., 2019). A dirla tutta esiste una letteratura scientifica (Yap et al, 2014) che esamina proprio le associazioni tra fattori genitoriali e l’insorgenza di forme di depressione o disturbi d’ansia nei giovani figli e – scendendo ancora più nel dettaglio – che i figli di genitori con depressione hanno mostrato un aumento di specifiche problematiche emotive e relazionali (Lochner, 2023). Tuttavia è anche importante specificare (Montesi, 2023) che non è necessariamente la patologia psichiatrica a determinare un’incapacità o un deficit della funzione genitoriale e neppure la diagnosi in sé, quanto il comportamento del genitore nel quotidiano. Infatti, la psicopatologia può compromettere proprio il tipo di attaccamento che si instaura tra genitore e figlio e che è alla base di tutte le altre relazioni, del modo di pensare, del modo di gestire le emozioni.
Prosegue, infatti, la testimone: «Ho capito presto che la vita è come il mare, un altalenante movimento di onde, che vanno e vengono, l’importante è non farsi mai travolgere. Ho pochi ricordi di quando ero piccola piccola, forse perché alla fine bambina non lo sono mai stata. Avrò avuto 10 anni e mio padre mi disse che dovevo aiutarlo a badare a mio fratello più piccolo perché la mamma sarebbe stata per un po’ di tempo in ospedale, solo da grande seppi che era ricoverata per esaurimento nervoso».
Che poi quello che più risulta faticoso per questi ragazzi è proprio il quotidiano vivere e la qualità della vita in generale a risentirne di più (Solech, et al., 2021) dove spesso “a dominare” questi figli sono un forte senso di colpa, paura, insicurezza e senso di forte solitudine (Montesi, 2023).
Anche il racconto della nostra amica continua così: «La quotidianità è sempre stata scandita dai suoi umori, se stava bene tutti potevamo stare bene, se stava male calava una cappa di silenzio in tutta la casa, si soppesavano i passi, le parole e perfino i pensieri. Così mi inventai un gioco per superare quel muro di silenzio, all’ora di cena quando la famiglia si riuniva intorno al tavolo mi inventavo battute, barzellette, schech di teatro e imitazioni. Il mio obbiettivo era far ridere mia madre e quando ci riuscivo sentivo dentro l’esplosione della vittoria, poi quando la cena finiva uscivo in giardino e piangevo silenziosa per scaricare la tensione. Sono sempre stata brava a scuola, non ho mai fatto i capricci, non ho dato problemi nemmeno nel periodo dell’adolescenza perché tutte le attenzioni e le energie della famiglia erano sempre rivolte verso mia madre, non me lo potevo permettere. Ho cercato di essere invisibile….»
A tal proposito, come detto anche in apertura, può essere utile ricordare che oggi i figli di genitori con problemi psichiatrici hanno avuto, tra esperti (e non solo), più modo, spazio e tempo così da essere – almeno fuori dalla famiglia e dal loro spazio intimo – più visibili. Anche oltre agli studi degli “addetti ai lavori” sono nate associazioni e c’è meno stigma per chi decide di farsi aiutare da uno psicoterapeuta…….
Forse, per questo, la nostra amica ci racconta: «Ho combattuto e forse combatto da tutta la vita per essere diversa da mia a madre, ma di lei mi è rimasto dentro molto, un pessimismo cosmico di base, un senso di inadeguatezza, precarietà e tanto altro. In un periodo particolare della mia vita, ho vissuto la bellissima esperienza della psicoterapia che devo dire mi ha aiutato molto, soprattutto a capire che io sono altro da lei.»
Io come Psicologa e Psicoterapeuta cosa posso o voglio aggiungere? Quello che spesso dico e mi dico.
Nessuno di noi ha già la sua storia scritta e in ogni momento questa nostra storia può essere, se non arricchita o migliorata, comunque modificata. Tra i grandi della psicologia c’è chi le chiama esperienze correttive, chi oggetti interni sostitutivi, sta di fatto che tutti noi abbiamo la possibilità di incontrare (fuori o dentro di noi) chi fa vivere cose belle e chi può, in un modo o in un altro, contribuire a “rimettere in sesto” quel sistema di attaccamento-accudimento malmesso.
In conclusione ai figli di genitori con patologie psichiatriche diciamo di non vergognarsi a chiedere aiuto, ci sono psicologi, psicoterapeuti, consultori gratuiti, associazioni tipo “My blu box” (https://www.mybluebox.it/) che si occupano proprio di aiutare i figli ma anche le famiglie in cui un genitore soffre di disturbi psichiatrici.
Perchè, come diceva il testo di una vecchia canzone, “Non è mai troppo tardi per avere un infanzia felice”.
Cristina Rigacci (psicologa e psicoterapeuta). Ha collaborato Giulia Meattini