Rimane solo tanta tristezza e tanta rabbia perché Johnny aveva una famiglia. La stessa che, proprio nel momento del massimo bisogno, l’ha abbandonato come un giocattolo rotto”.

Con queste parole i volontari dell’Associazione UNA Canile Rifugio di Poggibonsi raccontano la storia di questo meraviglioso peloso cardiopatico condotto ad un veterinario per la soppressione.

Qui avviene la magia. Il professionista si rifiuta di compiere l’atto e Johnny si risveglia nel canile: non e’ più a casa sua, non sa perché.

Avrebbe dovuto stare con noi per 10 giorni (come da prassi sanitaria), ma la famiglia non si e’ mai presentata e dopo numerosi solleciti abbiamo chiaramente capito che , anche se avessimo fatto regolare denuncia d’abbandono, non lo avrebbero curato e sfamato”. Prosegue così il racconto dei volontari.

Il canile diventa la sua casa: con donne e uomini amici pronti ad occuparsi di lui.

Passano anni fino a ieri quando, purtroppo, il cuore dell’animale smette di battere.

Rimane un box vuoto, con la sua ciotola preferita, le sue coperte, la sua cuccia, e il suo dolore, presente, palpabile. Caro Johnny non sappiamo se sei riuscito a perdonare chi ti ha fatto così tanto male,  noi speriamo solo di aver lenito la tua disperazione con il nostro amore” concludono i volontari.

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