La Torre abbattuta del Cerretaccio: un salto nel Medioevo. Si trova a pochi chilometri dagli abitati di Pianella e Pievasciata lungo una strada panoramica che si dirige verso Vagliagli.

Spesso nei film storici si vedono abbattere dentro i castelli le città intere torri di difesa che sotto i colpi nemici crollano letteralmente al suolo.

Oppure per chi, come me, è una storica per studi e per passione (e per “lavoro”) leggere di eventi simili durante un attacco oppure un assedio è comune.

Ma vederlo con i propri occhi no, questo non mi era capitato. Ed invece appena valichi l’arco d’ingresso del castello de Cerretaccio, ovvero Cerreto Ciampoli, te la trovi lì, in tutta la sua possenza come se si fosse adagiata al suolo, con la parte della sommità quasi perfettamente integra, almeno nella struttura.

E allora quelle scene da film o, meglio, quelle pagine di storia prendono un senso. Prendono vita.

Grazie a studi giovanili del prof. Marco Valenti e grazie, sempre a lui e al prof. Riccardo Francovich, come Università di Siena, con il progetto “Sistema dei castelli e delle fortificazioni in terra di Siena. Dalla ricerca alla valorizzazione” nel 2005, il crollo della torre venne inserito nel volume nel volume, analizzandolo, e con lo studio INKLINK venne anche la ricostruzione del momento di distruzione della torre (basandosi anche sulla descrizione delle torri che venivano abbattute a Firenze fatta da Robert Davidsohn nella sua “Storia di Firenze”).

Per la cronaca: la torre venne abbattuta dai senesi agli inizi del XVI secolo quando il luogo (e se andate a vederla capirete perchè) era divenuto rifugio di banditi, fuoriusciti ed esuli senesi, pericolosi per la città stessa. Emozione della storia che si concretizza

Maura Martellucci 

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