Un gruppo di genitori che vivono quotidianamente la realtà dell’autismo, frequentano il centro diurno per bambini autistici della Asl “Il Piccolo Principe” alle Volte Alte (aperto nel 2009 e, se non l’unico oggi, sicuramente il più ‘antico’centro Asl specializzato in provincia di Siena): cominciano a conoscersi, proprio fuori da quella struttura andando ad accompagnare e a riprendere i propri figli, e decidono di mettersi insieme, perché, si sa, “l’unione fa la forza”. E di forza famiglie come queste ne hanno assolutamente bisogno.
Nasce così, nel 2011, l’Associazione Autismo Siena, che si chiama appunto Piccolo Principe per ricordare il luogo da cui si è originata.
“Inizialmente abbiamo fatto essenzialmente un lavoro di informazione e sensibilizzazione, perché poco o niente si sapeva dell’autismo – ci spiegano il Presidente dell’Associazione, Alberto Negri e la segretaria e tesoriera Elena Barcelli che ci accolgono nella bella sede situata alle Volte Alte, accanto al centro Asl -. Abbiamo fatto, per esempio, un decalogo da distribuire ai commercianti per spiegare come comportarsi con un cliente autistico (che ci hanno copiato…) formazione per il personale scolastico in collaborazione con la Asl e l’Ufficio scolastico territoriale, abbiamo ideato un concorso scolastico per gli studenti, intitolato “Il mio compagno speciale”, finalizzato a far calare i ragazzi nei panni del compagno autistico ed a farli avvicinare, invece che emarginarli”.
Passo dopo passo l’associazione cresce, si struttura, diventa una realtà conosciuta ed un punto di riferimento sul territorio per le famiglie delle persone autistiche.
Nel 2016 individua anche la “casa”, un edificio grande e bello, inutilizzato, adiacente ai locali del centro Asl, ambienti spaziosi ed adatti per poter organizzare vere e proprie attività per i ragazzi autistici. C’è il salone polifunzionale (dove viene fatto per esempio il laboratorio di teatro in collaborazione con la compagnia dei Topi Dalmata), attività psico-motorie, ma anche cene, convegni e incontri. C’è la cucina, ci sono gli spazi per i laboratori di pittura e per le lezioni di musica. C’è la palestra, che è stata allestita con vari attrezzi grazie al contributo del progetto “Sì-Siena Sociale la coprogettazione che tanto vale”.
“Una stanza molto gradita ai ragazzi , ci dice Elena Barcelli, perché il movimento è fondamentale, serve a farli scaricare ed anche a migliorare la coordinazione ed articolare meglio i movimenti”.
Sono attualmente 13 i ragazzi che frequentano le attività dell’associazione, di età che varia dai 6 ai 26 anni, ognuno seguito individualmente da un operatore e l’importanza dei laboratori che vengono organizzati ce la spiega il presidente Alberto Negri: “Più un ragazzo autistico cresce, più diventano grandi i problemi – dice – perché finchè è in età scolare (e nella scuola negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante in termini di sensibilizzazione verso questo disturbo) può fare lì socializzazione e apprendimento, ma quando il percorso scolastico finisce, tutto questo viene improvvisamente a mancare. Se non si danno alternative, finiscono gli stimoli e il ragazzo o la ragazza rischiano addirittura di tornare indietro, diventano sempre più frustrati e tristi. E’ un trauma, non solo per loro, ma anche per i genitori: da un giorno all’altro si ritrovano soli, senza più impegni e senza le occasioni di confronto con i compagni e le altre persone e in famiglia si crea un clima negativo. Noi ci impegniamo ad organizzare attività per occupare i ragazzi (piccoli e grandi) in maniera costruttiva, per farli uscire di casa, per cercare di farli esprimere, per incoraggiarli a fare esperienze di vita. Cerchiamo di trovare varie attività, in modo che possano anche sceglierle, cerchiamo di adattarle alle diverse necessità e cerchiamo di far sì che siano anche sostenibili economicamente e non è facile. Se ci sono progetti, finanziamenti o donazioni riusciamo a limitare i costi, ma bisogna essere bravi anche in questo: partecipare ai bandi, cercare donazioni”.
“A questo proposito – aggiunge Elena Barcelli – la co-progettazione Si-Siena sociale per noi è stata anche una scuola, perché confrontarsi con associazioni più strutturate che hanno alle spalle anni di esperienza ci ha insegnato tanto su come si scrivono i progetti, come si portano avanti le attività, su come si organizza il lavoro”.
Un altro progetto importante che è partito grazie alla coprogettazione è il percorso attivato con gli operatori del Tma (acronimo che sta per Trattamento multisistemico per l’autismo), che si basa sulla stessa metodologia della Terapia multisistemica in acqua, da cui nasce. Sono operatori professionisti che lavorano essenzialmente sugli aspetti legati all’integrazione sociale della persona autistica, attraverso la conquista di una serie di competenze. Un metodo focalizzato sulle autonomie per quanto riguarda i ragazzi più grandi e sull’attività motoria per quelli più piccoli.
Tanto insomma è stato fatto dall’Associazione Autismo Siena e le potenzialità sono tante per fare ancora molto. Perché l’inclusione sociale delle persone autistiche sia sempre più facile, nel rispetto della loro differente normalità.
Silvia Sclavi