Presso l’Oratorio Parrocchiale di Taverne, si è tenuto un incontro mirato alla prevenzione di truffe e raggiri nei confronti degli anziani. L’affluenza è stata numerosa, non solo da parte dei cittadini locali, ma anche di numerosi abitanti provenienti da paesi limitrofi.
L’appuntamento informativo organizzato dalla Misericordia di Taverne d’Arbia nella persona del referente Carlo Mazzini, ha visto, giovedì 12 gennaio, la presenza della Polizia di Stato che, nella Sala dell’Oratorio Parrocchiale di Taverne d’Arbia, ha tenuto un approfondimento sui pericoli inerenti truffe e raggiri.
Il Dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Siena, Maurizio Mazzei, e il Sostituto Commissario Andrea Egizi, hanno illustrato ai presenti, i principali casi di truffa, mettendoli al corrente di quanto accade – purtroppo molto spesso – alle persone anziane che si trovano in condizione di fragilità o vulnerabilità.
Queste vengono prese di mira dai truffatori con l’obiettivo di portar via loro del denaro, oggetti preziosi e gioielli.
I casi più comuni si verificano presso i cimiteri, dove la fragilità della persona colpita è certamente molto alta. Vengono avvicinati con scuse banali: viene chiesto se vivono da soli, dove abitano, se vogliono essere riaccompagnati a casa e poi, una volta nell’abitazione, i truffatori, agiscono.
Alcuni casi di raggiro avvengono telefonicamente: l’anziano riceve una telefonata da persone che si spacciano per appartenenti alle Forze dell’Ordine, che riferiscono di trattenere con loro in caserma il proprio figlio/a, in seguito ad un piccolo reato commesso. Per la “liberazione” di quest’ultimo, è necessario versare una somma di denaro; somma che da lì a poco verrà ritirata da un presunto collega presso l’abitazione del genitore anziano (anche lui, naturalmente, è fasullo). Una volta presa la somma, il furfante si dà alla fuga.
Altre situazioni ancora, vengono create da persone che si fingono tecnici incaricati della lettura dei contatori della luce o del gas. Con la scusa di verificare questi apparecchi, si intrufolano all’interno della casa e, poi, agiscono.
Quando parliamo di truffatori, non parliamo di gente mal vestita o malconcia che potrebbe dare adito ad un pensiero sospetto… tutt’altro! Parliamo di persone ben vestite, curate, con un linguaggio forbito ed una bella e spiccata dialettica.
Solitamente, inoltre, non si tratta di gente del luogo ma di soggetti che vengono da altri paesi, che affittano macchine per un periodo breve e che poi, una volta raccolto un bel gruzzoletto, scappano lontano facendo perdere le loro tracce.
E’ importante denunciare nell’immediato, perché così facendo si dà modo alle Forze dell’Ordine di agire tempestivamente, prima che i delinquenti non siano più rintracciabili o siano troppo lontani. E’ altresì importante parlarne il più possibile con la comunità; spesso purtroppo avviene il contrario: la persona colpita da raggiro, quasi in preda alla vergogna, omette di raccontare quanto le è accaduto, per il timore di essere giudicato come uno sprovveduto. L’aspetto psicologico, soprattutto in queste situazioni, viene colpito duramente e chi è vittima di truffa, quasi non vuole accettare che possa essere capitato proprio a lui/lei, mantenendo una sorta di segreto.
Invece, mai come in questo caso, bisogna fare comunità, parlarne, diffondere la voce, allertare ed aprire gli occhi a chi, ingenuamente, non pensa che possano succedere simili episodi.
La Polizia di Stato è pronta a divulgare ed informare il più possibile i cittadini perché la prevenzione è l’arma più efficace per far fronte ai malintenzionati, ma una grossa parte possiamo farla proprio noi, restando uniti e coesi perché .. si sa… L’UNIONE FA LA FORZA!
Stefania Ingino
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