Informazione circolata tramite web. I social hanno funzionato da cassa di risonanza. Le buone pratiche di protezione civile dovrebbero essere ancora di più “patrimonio comune”. Il volontariato ha detto presente
Il terremoto ha sorpreso i cittadini di Siena in una delle notti più fredde dell’anno. Paura, smarrimento e una domanda: restiamo in casa o andiamo immediatamente all’aperto? Domanda che non si sono posti ovviamente tutte quelle persone costrette all’immobilità: malati, disabili o anziani. È già questo meriterebbe una riflessione.
Iniziamo con il dire che il web è risultato utile: abbiamo compreso, seppur da informazioni e notizie sommarie, quanto stava accadendo intorno a noi. Abbiamo subito capito che i nostri figli non sarebbero andati a scuola il giorno dopo. Particolarmente efficace Facebook con, per esempio, la pagina ufficiale del sindaco che è stata prontamente aggiornata.
La protezione civile ha detto presente. In particolare apprendiamo dal coordinamento volontari di protezione civile che, al fine di supportare la popolazione, sei associazioni sono state registrate operative con le loro risorse di uomini e mezzi. 31 volontari e 10 mezzi. In particolare, i volontari hanno operato nelle zone di assembramento per verificare che tutto fosse tranquillo. Non è poco.
Chiusura per le buone pratiche di protezione civile. Come fare, cosa evitare, dove recarsi, etc. Dovrebbero far parte di ogni regolamento condominiale e costituire materia di studi a parte nelle scuole.
Ieri abbiamo avuto paura. Oggi è già tempo di comprendere come migliorare i nostri comportamenti per ridurre i rischi.
Giuseppe Saponaro
La foto è stata scattata ieri notte