“Le donne dei miei dipinti sono figure mutilate: senza mani, senza bocca, senza occhi. Perché la violenza, spesso, non ti fa vedere”. Katia Bassi è un’artista pittrice che da circa due anni presta servizio come operatrice volontaria presso il centro “Donna chiama Donna” di Siena. Ha fortemente voluto essere di supporto alle Donne vittime di violenza fisica, psicologica, economica e sessuale, perché quando si parla di femminicidio è solo la punta dell’iceberg, ma sotto c’è molto altro. Con lei celebriamo la giornata di oggi: “Giornata europea vittime di reato”
La sensibilità di Katia sboccia da bambina quando scopre la passione per l’arte passando ore “a bottega” dal babbo – artigiano falegname – ammirandolo maneggiare sgorbie e scalpelli. Affascinata da questi strumenti capaci di dare forme ed anima a pezzi di legno “apparentemente” inanimati, ma che ai suoi occhi azzurri nascondevano delle meraviglie, decide di frequentare l’Accademia delle belle Arti a Firenze, cominciando lei stessa a produrre tavole e tele, aprendo uno show room a San Gimignano ed esprimendo la sua sensibilità attraverso i suoi capolavori.
Katia ci racconta che da sempre ha sentito il peso della discriminazione e della differenza di genere, sentimenti affiorati in superficie durante una rappresentazione teatrale in cui conosce la storia di Pia de’ Tolomei, donna vittima di un’infelice vita coniugale e di un marito geloso che la rinchiude in un castello in una zona paludosa della Maremma, lasciandola perire di malaria.
Scatta la voglia di fare qualcosa e di lavorare a favore delle donne ed il caso la porta ad incontrare una psicologa già presente nell’associazione. Nasce il progetto “Lune velate” un mix perfetto di tele (dipinte da Katia) e storie di violenza (scritte dalla psicologa). Il lavoro funziona talmente bene che il 25 novembre 2021 – giornata contro la violenza sulle donne – l’associazione organizza una mostra all’interno del cortile Podestà di Palazzo Pubblico a Siena, unitamente ad altri artisti e artiste che danno il loro contributo sensibilizzando gli spettatori sul tema della violenza. È un gran successo!
“La violenza non ha classe sociale e non è legata alla cultura, come erroneamente si pensa” ci dice Katia “ma è invece un problema trasversale, presente in ogni parte del nostro paese, anche nella nostra città. Purtroppo, esistono realtà apparentemente ovattate che nascondono invece situazioni dolorose e precarie. È un bellissimo lavoro, sebbene molto difficile perché spesso affrontiamo dei casi che ci lasciano senza parole… disorientano e creano sofferenza anche in noi operatrici, che dobbiamo essere brave a mitigare emozioni e reazioni. Ma quando ci si sente dire “grazie per avermi ascoltato”, il cuore ci si riempie di gioia e si capisce di aver fatto la scelta giusta, venendo così ripagate di tutta la fatica impiegata.”
Il ruolo delle volontarie del centro è quello dell’accoglienza verso coloro che vivono in contesti di pericolosità ed imprudenza. È un volontariato di ascolto che cerca di far sentire al sicuro quelle persone che all’interno delle loro case non lo sono più, individuando la strada migliore e proponendo loro servizi di consulenza psicologica e legale.
Un impegno tangibile quello della nostra amica Katia, che esorta tutte le donne vittime di violenza a non nascondersi e a non vergognarsi di vivere situazioni di aggressività e prevaricazione. L’associazione Donna chiama Donna spalanca le porte supportando e proteggendo, garantendo spazi dedicati e protetti, nonché l’anonimato e la massima riservatezza. L’Associazione organizza anche dibattiti e conferenze su tematiche legate alla violenza perché l’informazione è l’arma più efficace per prevenire.
Per maggiori informazioni: ass.donnachiamadonna@gmail.com
DonnaChiamaDonna – Associazione Donna Chiama Donna Siena
Stefania Ingino