“Reclutamento dei volontari”, un forum del terzo settore provinciale per Siena. Argomenti attuali di cui abbiamo voluto comprendere di piu’. Per questo, ci siamo rivolti alla dottoressa Vanessa Pallucchi portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ente non profit principale organismo di rappresentanza unitaria del Terzo settore italiano. Rappresenta 100 organizzazioni nazionali di secondo e terzo livello – per un totale di oltre 158.000 sedi territoriali – che operano negli ambiti del Volontariato, dell’Associazionismo, della Cooperazione Sociale, della Solidarietà Internazionale, della Finanza Etica, del Commercio Equo e Solidale del nostro Paese. Ecco cosa ci ha detto.
Perché oggi è importante parlare di “Forum del Terzo Settore”?
“Prima ancora di Forum del Terzo Settore, è importante che si parli di Terzo settore. Ciò che fanno ogni giorno milioni di volontari e centinaia di migliaia di dipendenti delle organizzazioni in tutta Italia è realizzare, in modo silenzioso, un modello di economia e di sviluppo alternativo, inclusivo e partecipato, che andrebbe conosciuto e diffuso molto di più, per il benessere di tutte le comunità. I Forum del Terzo Settore (a partire da quelli locali fino al Forum nazionale) nascono per valorizzare l’impegno delle varie reti e organizzazioni sui territori e per farle “parlare” con una voce sola, facendo sintesi delle diverse sensibilità e dando risonanza a valori e principi comuni. Il fatto che i vari enti condividano, ciascuno con le proprie peculiarità, il perimetro del Terzo settore e partecipino alla rappresentanza degli interessi portata avanti dai Forum, aumenta l’efficacia dell’azione collettiva: è un processo dal quale tutti i soggetti di Terzo settore ne escono rafforzati. Ricordiamo che il Forum Nazionale del Terzo Settore è stato riconosciuto già nel 2017 come l’associazione di enti del maggiormente rappresentativa del Terzo settore sul territorio nazionale, e così anche diversi Forum regionali. Questo dato è molto importante, che contribuisce ad aumentare il valore riconosciuto, anche e soprattutto dalle istituzioni, a tutto il variegato comparto socio-economico rappresentato da associazioni, organizzazioni di volontariato, imprese sociali”.
A margine del convegno “SENTIRSI PARTE. Il volontariato dalla dimensione individuale a quella collettiva” che si è svolto recentemente a Firenze, abbiamo approfondito la tematica del “Reclutamento dei volontari” con un articolo. Considerata la natura del nostro quotidiano, a cui sono cari i valori dell’altruismo e della solidarietà, ci piacerebbe avere una sua idea sul calo dei numeri dei volontari attivi. In particolare, le azioni che il “terzo settore” dovrebbe mettere in atto per diminuire o invertire la tendenza.
“Le trasformazioni sociali ed economiche che stanno attraversando il Paese dispiegano i loro effetti anche sul Terzo settore e sul volontariato. Soprattutto a seguito della pandemia, stiamo assistendo a un generale indebolimento delle relazioni sociali e al rafforzarsi di forme di individualismo anche legate alla digitalizzazione, che incidono in negativo sull’impegno gratuito e spontaneo che contraddistingue il volontariato. Anche la paura del futuro, il senso di precarietà vissuto da sempre più persone sulla propria pelle, hanno conseguenze sulla volontà di dedicare parte del proprio tempo alla collettività. Ma non dobbiamo pensare che si stiano esaurendo le energie positive di questo Paese: il Terzo settore deve piuttosto fare uno sforzo di analisi delle cause del fenomeno, ascoltare con attenzione i territori e le persone, accompagnare il cambiamento in atto, anche adeguando le strutture e le modalità con cui fino ad oggi ha attratto e coinvolto i volontari. Anche la riforma del Terzo settore gioca un ruolo importante in questo processo, avendo dato slancio a nuovi strumenti con cui gli enti possono svilupparsi e innovarsi alla luce di un inedito contesto sociale, che porta con sé grandi sfide”.
La situazione Toscana sul preciso argomento (calo del numero dei volontari) è simile a quella nazionale? E’ un “fenomeno” maggiormente avvertito nei giovani?
“I primi dati Istat recentemente pubblicati sul censimento permanente del non profit, confermano che il trend del calo dei volontari è nazionale. Sicuramente occorre fare un ragionamento specifico sui giovani, in ottica di ricambio generazionale. Ragazze e ragazzi sono interessati al volontariato, cercano esperienze di valore, ma sono disposti a praticarle in forme più occasionali, anche perché nel momento in cui cambiano gli stili di vita e cambia il modo del lavoro, automaticamente cambia anche il modo di dare la propria disponibilità nel volontariato. E’ importante allora lavorare per attrarre i giovani, comprendere le loro motivazioni e le loro esigenze, anche di conciliazione con la vita lavorativa, privata o il percorso professionale. Ma bisogna anche trasmettere loro la bellezza e l’importanza di costruire una rete sociale, di condividere un percorso e una visione di società nel momento in cui si pratica il volontariato: questo è un valore aggiunto che possono dare le organizzazioni, oltre all’attività di volontariato stessa, che arricchisce le persone e le fa sentire parte di una comunità promotrice di principi e valori comuni”.
Siena ha registrati nel RUNTS 720 enti (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) ma non ha un forum del terzo settore provinciale. Sarebbe necessario secondo lei? Quali azioni intraprendere per ottenerlo?
“Credo che costituire un ente di rappresentanza unico a livello provinciale possa sicuramente essere utile per il coordinamento e il rafforzamento delle azioni dei singoli soggetti. Ma è un percorso che devono avvertire come necessario le stesse reti sul territorio, a seguito di una riflessione condivisa. Solo a quel punto si possono intraprendere i passi successivi, tra cui è fondamentale la messa a punto di uno statuto, per i quali il Forum regionale della Toscana e il Forum nazionale potranno senz’altro offrire il loro supporto”.
Giuseppe Saponaro
(nella foto dottoressa Vanessa Pallucchi portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore)
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