A più di un mese di distanza dalla terribile alluvione in Emilia-Romagna, i danni non si contano ed il ritorno alla vita normale sembra purtroppo ancora lontano… soprattutto per alcune realtà che versano in condizioni precarie e per le quali a tutt’oggi non si intravede un immediato ripristino.
Per fortuna esistono angeli custodi che senza farselo dire due volte, partono per mete a volte anche poco conosciute ed isolate con all’interno della valigia una sola cosa: la volontà di aiutare e supportare chi ha subito danni materiali ed emotivi, portando impegno, sorrisi e speranza. Incontriamo Marco De Vitis, volontario della Misericordia di Castellina e Claudio Colli Governatore, appena rientrati da una missione di 72 ore a Forlì che ci raccontano la loro esperienza nell’Associazione.
“Sono entrato a far parte della Misericordia due anni fa, quasi per caso, quando andai a trovare un carissimo amico di infanzia affetto da SLA, purtroppo in fin di vita… Mi meravigliò la lucidità con cui – sebbene malato terminale – continuava a pensare agli altri. Mi chiese di dare una mano all’associazione e questa cosa mi arrivò dritta al cuore, tanto che da lì a poco cominciai il mio percorso in questa meravigliosa famiglia. Fin da subito mi sono sentito utile al prossimo ed il senso di gratificazione che vivo, mi ritorna ogni volta”, racconta Marco.
Claudio invece ha fatto il volontario in diverse associazioni nell’ultimo ventennio fino ad approdare alla Misericordia di Castellina, perché ha sempre avuto un forte spirito di iniziativa sentendo viva dentro di sé la volontà di rendersi utile, aiutando il prossimo. “Purtroppo, in Emilia-Romagna la situazione è molto incerta; personalmente sono rimasto colpito dalle numerose attività commerciali (negozi, alberghi) che hanno subito danni incalcolabili e che molto probabilmente non riusciranno a riaprire per la stagione estiva che sta arrivando. Stesso discorso vale per le attività agricole ed i campi annessi in cui il fango ha reso i terreni incoltivabili perché ciò che si è venuto a formare in superficie è paragonabile al nostro tufo… Oltretutto per riportare la situazione alla normalità, servono quotidianamente mezzi meccanici come pompe, idrovore ma anche persone capaci di manovrarle”.
“Una volta arrivati a Forlì – racconta Marco – ci hanno mandato all’Hotel Principe a svuotare i fondi sottostanti ancora colmi di acqua nonostante il tempo trascorso. I proprietari, non avendo altri mezzi, cercavano di liberare quei locali con dei secchi, ma si capiva che era una situazione stremante e sfiancante… Ci siamo subito attivati con un’auto spurgo per sgomberare i liquidi e da lì a poco siamo riusciti a ripulire gli ambienti accompagnati da mille ringraziamenti e riconoscenze”.
Chiedo ad entrambi cosa si portano a casa dopo un’esperienza così toccante… “è l’esperienza umana quella che conta di più e che porterò sempre con me, unitamente alla conoscenza di altre persone volontarie con le quali abbiamo stretto amicizia! Resta la sensazione di aver fatto qualcosa per gli altri, resta la loro gratitudine infinita che leggevamo nei loro sguardi e nei loro sorrisi. Personalmente mi hanno dato una grande carica che, a 64 anni, non è facile ritrovare” dice Claudio orgoglioso… “nonostante si dormisse poco perché eravamo accampati in una palestra in cui c’erano rumori di ogni tipo, l’adrenalina e la voglia di fare non mi ha fatto mai sentire la stanchezza anzi, mi ha accompagnato per tutto il tempo regalandomi grandi soddisfazioni personali e facendomi sentire utile e fortunato”, racconta invece Marco.
Da questa settimana la gestione della seconda fase emergenziale verrà coordinata dalla Protezione Civile della regione Emilia-Romagna che non lascerà soli gli abitanti di queste zone così ferite.
Il buon cuore dei volontari non finisce di stupirci e di regalarci testimonianze che porteremo sempre con noi perché, ricordiamocelo, loro sì che sono una risorsa di valore inestimabile! Grazie a Claudio e a Marco e grazie a tutti coloro che quotidianamente, in silenzio e senza spettacolarizzazione, collaborano con il mondo del sociale e con la Protezione Civile tendendo una mano colma di amore, verso chi è meno fortunato.
Stefania Ingino