Che i sogni si possano realizzare è il senso della conversazione con Munì Sigona, mamma di Toti, ragazzo di 24 anni affetto da disturbo oppositivo-provocatorio – psicotico con tracce di autismo. E’ lei la presidente della “Casa di Toti Onlus”, donna siciliana tenace ed energica, vincitrice del premio “Impresa è Donna 2022”, organizzato dal gruppo Terziario Donna di Confcommercio Catania.

La voce di Muni Sigona è rassicurante e cordiale, la narrazione di questo sogno si snoda in modo lineare attraverso tutte le fasi della sua costruzione (si, la costruzione di un sogno) partendo proprio dal Novembre 2016, dalla prima pietra della Casa di Toti.

E’ nato tutto da un sogno! – dice mamma Munì – Ho sognato di trovarmi con Toti ed altri ragazzi e ragazze in questa casa con un tetto di vetro e tutti guardavamo oltre, a poco dal cielo. Una sensazione bellissima! Questo lo racconto anche nel libro Calle, Calle: biografia di un sogno (Edizioni Carthago, 2017) che ho scritto a sostegno della raccolta fondi per la costruzione della Casa di Toti. “Calle, Calle” è l’espressione di gioia di Toti, quando è felice, quando qualcosa gli piace”.

La Casa di Toti si trova nella bellissima città di Modica, in provincia di Ragusa, ed è una struttura semi-residenziale e residenziale per ragazzi speciali, dai 18 anni in su, è un durante noi, un dopo di noi, un’impresa sociale. Nasce dal sogno di una mamma e da 2 anni, ormai, è una comunità in cui i ragazzi speciali lavorano, seguiti da operatori, nella gestione di un B&B Etico, adiacente alla struttura.

La nostra onlus nasce nel 2014 e grazie al sostegno ed al contributo di molte aziende e banche, alla forza della mia famiglia ed alla solidarietà di molte altre famiglie che condividono la nostra stessa situazione, abbiamo raccolto, attraverso fundraising, crowdfunding e mercatini quasi 600 mila euro di fondi: nel maggio del 2021 i lavori di costruzione della casa sono terminati. Oggi ci sono molte altre cose da fare, ad esempio – continua mamma Munì con una instancabile e passionale narrazione – abbiamo sistemato la piscina e reso felici i nostri ragazzi, alcuni dei quali non facevano il bagno per paura e per questo motivo è importante far conoscere la nostra realtà”.

La Casa di Toti è davvero “un sogno realizzato” non solo la “realizzazione di un sogno” perché nelle parole di Munì Sigona non c’è solo la forza di una mamma, ma anche la tenacia di una donna che ha impegnato tutta la sua vita per “dare forma” ad un luogo di vita, di autonomia, ad uno spazio di realizzazione umana e sociale: i ragazzi della Casa di Toti e Toti si occupano della gestione del B&B e da fruitori di un servizio diventano “gestori”, assumono una responsabilità sociale e sono protagonisti, loro stessi, di un percorso di integrazione sociale. E questa non è una banalità e neppure un’ovvietà, ma è l’elemento più importante del concetto di “integrazione e di autonomia” del disabile, forse il più difficile. 

Quando ho sognato e pensato la Casa di Toti non volevo un parcheggio, desideravo uno spazio in cui potessero convivere tra loro “ragazzi speciali”, non solo ragazzi autistici (Toti non lo è) ma anche ragazzi con problemi motori o con altre patologie e che potessero, grazie ad una rete di solidarietà e professionalità, essere autonomi e “protagonisti” della loro vita. Non è semplice, gli sforzi, anche economici, sono tanti, ma la gioia di questi ragazzi, delle loro famiglie e l’affetto di tutti coloro che ci supportano ed appoggiano, che condividono la nostra stessa idea di “libertà” – perché la Casa di Toti lo è, è un tetto sul Cielo di Libertà – beh, tutto questo è la migliore “linfa” per andare avanti”.

Nel racconto di Muni ci sono anche Franco ed Andrea ed I Bambini delle Fate per l’inclusione sociale (d’altra parte, personalmente, cerco Munì Sigona proprio perché, seguendo da molti anni Franco e Andrea, mi imbatto in un post sulla Casa di Toti): “dopo aver fondato la onlus nel 2014 contatto Franco Antonello, il padre di Andrea Antonello, un ragazzo autistico di 27 anni che vive da solo, anche se monitorato dal padre. La storia di Franco e Andrea è una storia di coraggio e di folle amore come dal film sulla loro storia di Gabriele Salvatores, “Tutto il mio folle amore” e questo “folle amore” – sorride mamma Munì – è diventato contagioso”.

L’impresa sociale di Franco Antonello “I Bambini delle Fate” ha sostenuto e sostiene economicamente la Casa di Toti

https://www.ibambinidellefate.it/progetti/

La Casa di Toti è una importante realtà di inclusione sociale, non solo perché offre uno spazio vitale per l’autonomia e la realizzazione di ragazzi “speciali”, ma è anche un luogo di attività e percorsi di tirocinio: laboratori ricreativi (cucina, orto sociale, musicoterapia, danzaterapia, labor. Creativo ecc..), Cohousing, Barca Etica Blue Cafe, un laboratorio “galleggiante”, inoltre la Casa di Toti si avvale del lavoro sinergico dello Studio Psicopedagogico Parentage di Catania delle dottoresse Luana Ferlito, Valentina Genitori e Priscilla Mertoli per la programmazione e l’impostazione di percorsi, obiettivi e dialogo con le famiglie.

Chiedo a mamma Munì che cosa sia il Weekend Respiro, mi incuriosisce questa organizzazione del fine settimana della Casa di Toti: “i ragazzi della Casa di Toti e lo stesso Toti rientrano nelle loro dimore il venerdì e la casa ospita per il Weekend altri ragazzi in modo che le loro famiglie possano vivere il weekend “Weekend Respiro”. La gestione familiare di una disabilità è una cosa impegnativa, fisicamente ed emozionalmente, è come se la propria vita fosse a turni. Ecco, la Casa di Toti offre un respiro anche per queste famiglie”.

I ragazzi della Casa di Toti in residenzialità sono 5, ma i posti disponibili sono 7 e sarebbe molto importante occuparli tutti e poter anche assumere qualcuno dei ragazzi, perché davvero questo costituirebbe il completamento del percorso di inclusione.

Non è difficile comprendere che la Casa di Toti sia – come abbiamo anzi detto – un sogno realizzato e ci piace concludere, come ci suggeriscono I bambini delle Fate sulla home del loro sito, che “per certi viaggi non si parte mai quando si parte, si parte prima. Molto prima” e si dà forma ai tetti di vetro che guardano il cielo.

Grazie a Muni Sigona e alla Casa di Toti.

Filomena Cataldo

Per saperne di più

www.lacasaditoti.it

https://www.facebook.com/lacasaditoti.org

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