Il Conte Giakhy e il pollaio magico, edito da Gruppo Albatro Il Filo S.r.l. Roma, 2023 è un libro fatto di atmosfere; la voce narrante del Conte Giachy, sospesa fra il ricordo e la sua rielaborazione, a tratti fiabesca ed onirica, a tratti realistica e concreta, quasi a darne coordinate di tempo e spazio tangibili, conduce il lettore in un mondo rarefatto e lo fa con la delicatezza propria di un bambino, la spontaneità di un adolescente e la consapevolezza di un adulto.
Siamo dunque di fronte ad una struttura narrativa tripartitica secondo le età evolutive (Bambino – Adolescente – Maturità) quasi a voler rievocare il filosofo e pedagogista svizzero Jean Piaget e le sua teoria sullo sviluppo; e sicuramente c’è nel Conte Giakhy, alter ego di Giacomo Vigni, scrittore alla sua prima opera e docente di Psicologia, oltre che educatore e volontario a fianco di molte iniziative rivolte a sostegno ed al supporto dell’altro, l’ urgente necessità di raccontare una crescita, una evoluzione umana ed emozionale, una combinazione di occasioni ed incontri, ma anche di dolori e traumi, che hanno condotto il protagonista, il Conte, ad una formazione / trasformazione. In questo senso parliamo di un romanzo di formazione, un viaggio emotivo ed emozionale attraverso le coordinate di una crescita che diventano, anche, i temi del libro: INCLUSIONE, RISPETTO, PAURA, BULLISMO, AMICIZIA, EMPATIA, AMORE, DOLORE, RINASCITA.
Perché appare evidente in ogni pagina, che scorre veloce con un linguaggio lineare, semplice, a portata, possiamo dire, di tutti e di ciascuno, secondo, anche, il proprio modo di interpretare le atmosfere, quanto sia importante raccontare l’esperienza – seppur avvolta per scelta narrativa dalla magia e dal sogno.
Si parte già dal nome del Conte Giakhy un nome contro il bullismo, un modus di andare oltre i pregiudizi e gli stereotipi attraverso un appellativo che è – di per sé – un formulario magico.
Il libro, la scelta del racconto, nasce da una promessa e da una esperienza di vita, così come è possibile leggere nell’introduzione e compare subito la donna che ha ispirato la voce del Conte, la scrittrice Rossana Guarnieri cui, Giacomo Vigni, dedica il Capitolo 20, raccontando il loro incontro ed il tratto di strada condiviso.
Un bellissimo affresco di affetto e di riconoscenza a memoria di una delle scrittrici più importanti di Italia a cui Siena, forse, deve ancora dare un riconoscimento che resti, perenne, testimonianza di vicinanza e ricordo.
Sono molti i volti che si presentano al lettore, grazie anche all’apparto fotografico personale dello scrittore di cui è corredato il libro, ed è possibile, dunque, incontrare la figura “mentor” del Conte, l’amatissimo nonno materno Orlandino o la mamma Leonarda , principessa delle fiabe; il ruolo delle figure “familiari” sarà molto importante per il Conte Giakhy e segnerà cruciali momenti della sua vita.
Abbiamo parlato di incontri importanti ma anche di grandi esperienze: il ruolo di educatore e Federico. Questo capitolo, il capitolo 17, è dedicato all’EMPATIA ed a ciò che ha creato il grande legame affettivo fra il Conte Giakhy e Federico, e tutta la sua famiglia.
E poi le grandi amicizie ed i dolori che segnano la maturità del Conte e la sua finestra sul mondo cittadino, nella bellissima città di Siena.
L’analisi fin qui condotta mostra solo una chiave di lettura del libro: la formazione attraverso gli incontri e le esperienze.
In realtà il libro può essere letto attraverso un’altra chiave ossia “la costruzione del pollaio magico” che diviene metafora di un’evoluzione e di una crescita umana : l’amore per gli animali, la cura, la dedizione e la passione di un sogno di bambino in un mondo bucolico ed ameno che diviene realtà ed addirittura “progetto”.
Il Conte Giakhy ed il pollaio magico è la narrazione di una vita che, nella sua trasposizione letteraria, incontra altre vite, quelle dei suoi personaggi e dei lettori e li trattiene a sé in una atmosfera magica ma non distante, non lontana, e lo fa con leggerezza, che non è superficialità, come sostiene Italo Calvino, ma è planare sulle cose, ed il Conte lo fa, senza portare con sé macigni o negatività, anzi lasciando un bellissimo messaggio di vita.
Filomena Cataldo
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